
Il numero uno del Consiglio europeo all’Eui e nello stabilimento di Campi Bisenzio "La guerra in Ucraina non è solo una crisi geopolitica, ma prova dell’identità Ue".
di Francesco Ingardia
Nel giorno in cui ricorre il V-day, l’anniversario della fine della seconda guerra mondiale, il megafono aperto è quello che proviene dall’Istituto Universitario Europeo. Da Badia Fiesolana, Antonio Costa (in foto) ha vestito i panni del presidente del Consiglio europeo pragmatico più realista del re. La realtà geopolitica internazionale (tanto in Medioriente quanto ai confini dell’Europa con il dossier Ucraina) impone questo, del resto. Menzionando il ruolo dei padri fondatori dello "spirito europeo" partendo da La Pira e dalla storia di Firenze.
"La pace senza difesa è un’illusione - afferma il presidente portoghese dell’istituzione che raccorda i capi di Stato e di governo dei 27 paesi membri dell’Ue -. La guerra in Ucraina non è solo una crisi geopolitica. È una prova dell’identità europea. E allora dobbiamo chiederci: che tipo di Europa vogliamo essere? La pace non è una condizione passiva. È un progetto attivo. L’Unione Europea è stata costruita sulle macerie della guerra non solo per prevenirne un’altra, ma per costruire qualcosa di migliore. Sostenere l’Ucraina significa riaffermare il progetto europeo di pace".
Il ritornello di Costa non è dissimile da quello di Ursula von der Leyen: "Serve una pace giusta e duratura". L’urgenza è quella di un accordo che "non premi l’aggressore", e cioè la Russia di Putin, perché in "Ucraina non deve accadere come in Afghanistan". Ma soprattutto la necessità è quella dell’allargamento dei confini dell’Unione a "Moldavia, Ucraina e Paesi dei Balcani occidentali". Considerando i rapporti bilaterali tesi tra l’Ue e Stati Uniti (con la Cina sullo sfondo) le parole d’ordine dell’agenda del Consiglio europeo sono due, per Costa: "Competitività e sicurezza". Chiaro e netto il messaggio di fondo sui dazi. "Non dobbiamo rispondere al protezionismo con il protezionismo", tuttavia "non possiamo nemmeno essere ingenui. L’Unione Europea deve agire con forza per proteggere i propri interessi".
Costa ha anche visitato lo stabilimento di Leonardo a Campi. "La Leonardo? Una delle aziende più innovative in Europa. Oltre allo spazio e al cyberspazio, infatti, è un fornitore importante di elicotteri e velivoli e abbiamo bisogno anche di aerei ed elicotteri per difenderci e per combattere quando qualcuno ci attacca". "L‘Europa - ha aggiunto - ha due priorità: competitività e sicurezza e sono interconnesse tra loro. Abbiamo pertanto bisogno di aumentare la nostra sicurezza e di aumentare la nostra competitività e per fare questo Leonardo è un ottimo esempio".
Dal canto suo, la presidente dell’EUI, Patrizia Nanz, ha ribadito il ruolo e la "responsabilità chiave" delle università nel promuovere una riflessione critica: "Ogni drone e ogni proiettile acquistati rappresentano euro che non possiamo spendere per ospedali, scuole, innovazione climatica o per le politiche abitative. Il nostro compito, come accademici, è garantire che queste scelte siano trasparenti, responsabili e in linea con l’impegno dell’Europa per la dignità umana e il progresso sociale". Di guerre e di contesto multipolare ha parlato anche la sindaca di Firenze Sara Funaro: "Mai avremmo pensato nel 2025 di ritrovarci a parlare di Ucraina, il Medio Oriente, l’Africa. Tutto questo accompagnato da crisi economiche, da cambiamenti climatici che provocano a ricaduta in tutte le città disagio sociale e crescenti pressioni migratorie".