Firenze, 6 settembre 2024 – Ha accompagnato in bagno un giovanissimo calciatore e lì si sarebbe consumato un gioco inappropriato tra un adulto e un bambino di nemmeno sette anni. L’episodio, avvenuto durante un centro estivo organizzato da una blasonata società fiorentina (di cui non riferiamo il nome per tutela della presunta piccola vittima), è finito davanti alla giustizia sportiva, che ha sanzionato il club per responsabilità oggettiva con una multa di mille euro e inflitto al tesserato un’inibizione per cinque anni da qualsiasi ruolo nell’ambito della Figc.
Ma gli atti sono stati trasmessi anche alla procura ordinaria, che valuterà se quegli atteggiamenti già condannati dal tribunale federale territoriale rappresentino anche un abuso su un minore. I fatti risalgono al luglio del 2021, ma l’esito del processo disciplinare è stato reso noto lo scorso 2 agosto. Fu la stessa società incolpata a fare una segnalazione sul portale “Tutela minori“ della Figc. Il soggetto in questione non era infatti tesserato di quella squadra, ma si era aggregato in veste di “volontario“ al centro estivo che si svolgeva in una località fuori Firenze. In questo contesto, l’uomo - con un passato anche da arbitro - avrebbe accompagnato uno dei bambini in bagno e qui avrebbe avuto gli atteggiamenti contestati.
Nella sentenza del tribunale federale, i giudici stigmatizzano l’atteggiamento dell’adulto: “Non è dato comprendere il motivo, se non quello appunto di rivolgere le proprie ’’attenzioni’’ - scrivono - per il quale l’incolpato abbia inteso entrare all’interno del bagno insieme al minore, dato che si trattava di un bambino del tutto autonomo per le esigenze del caso”. Sentito dalla magistratura sportiva, il tesserato “non ha negato decisamente che una circostanza simile possa anche solo lontanamente essersi potuta verificare”. “Per quanto riguarda eventuali battute scherzose - ha detto - non posso escludere di averle fatte”.
Ma la giustizia sportiva ha ritenuto responsabile anche la società che ha tollerato la presenza del volontario al campo estivo. “Il reclutamento è avvenuto con un semplice passaparola di un amico o un conoscente”, scrivono ancora i giudici, senza nessuna “verifica preliminare” dell’idoneità dell’addetto. Tanto più che il soggetto in questione è quanto meno “chiacchierato“ nell’ambiente del calcio giovanile. Lo stessa dg del club fiorentino ha ammesso che l’uomo “era stato già nostro istruttore del calcio anni prima ma era stato allontanato per il suo modo di fare un po’ troppo invadente e fisico con i bambini”.
In compenso, si legge ancora nella sentenza, il club in questione dopo questa “negligenza”, si è ripreso: l’addetto “è stato immediatamente allontanato ed anche in momenti successivi si è cercato di evitare che lo stesso potesse rifrequentare gli impianti di pertinenza della società e allo stesso tempo quest’ultima ha fatto delle segnalazioni anche ad altre società con le quai era venuta a conoscenza che l’uomo stesse collaborando a vario titolo”