LUDOVICA CRISCITIELLO
Cronaca

Brignano al Verdi per darci del tu: "Racconto tutto, anche i fallimenti"

A grande richiesta da domani a lunedì lo spettacolo che ha registrato il sold out ovunque in Italia

Brignano al Verdi per darci del tu: "Racconto tutto, anche i fallimenti"

Ricordate la prima volta che vi hanno dato del "lei"? Fa sentire più vecchi, o, a dirla un po’ meno duramente alla Enrico Brignano, "agée". Ed è proprio questo il tema al centro dell’ultimo spettacolo "Ma...diamoci del tu!", scritto a quattro mani dall’ attore, comico e sceneggiatore romano insieme a Manuela D’Angelo, con la collaborazione ai testi di Alessio Parenti. Uno spettacolo che ha girato tutta l’Italia, registrando ovunque il sold out e che a Firenze sbarca al teatro Verdi con quattro date, da domani sera fino a lunedì 16 ottobre, vista l’enorme richiesta da parte del pubblico (info su www.teatroverdi.it).

Immaginando che io possa darti del tu… il "Lei", dunque, lo hai proprio bandito dalla tua vita?

"Ma no. Il lei lo uso ancora nelle situazioni più serie. Dare del tu è più una filosofia di vita: indica maggiore leggerezza nei rapporti, ma anche confidenza, intimità, mi verrebbe da dire persino lealtà con le persone. Perché quando si dice: "posso darti del tu?" è come se ci si togliesse la maschera della formalità e si fosse più reali, più se stessi".

Ricordi la prima volta che ti hanno dato del lei?

"Sì e mi sono sentito come tutti: vecchio. Poi mi sono raccontato che era solo una questione di rispetto e ammirazione e mi sono rassicurato così".

Quanto c’è di vero in quello che racconti nei tuoi spettacoli?

"È tutto vero. Comicizzato, rivisitato nella forma certo, ma nella sostanza assolutamente no".

E’ la prima volta che racconti tutte le delusioni collezionate prima del successo? Come mai proprio ora?

"In un mondo dove l’apparenza è quasi tutto, in un discorso senza maschere, mi è venuto spontaneo dire che le esperienze negative hanno un valore formativo, che la perfezione – sempre ammesso che esista – si insegue pian piano, affrontando anche eventuali fallimenti".

"Volevo un figlio maschio" è il tuo l’ultimo film. La tua reazione quando nella realtà hai saputo che la tua primogenita sarebbe stata una figlia (ndr Martina, l’attore è padre anche di un maschietto)?

"Una felicità senza precedenti. Sentire il suo cuore battere alla prima ecografia è stato come una specie di incantesimo: ridevo e piangevo. Il suo sesso era ininfluente e, come credo accada per tutti i genitori, l’unica preoccupazione era che fosse sana".

Un ricordo che ti lega alla Toscana?

"Risale a circa 35 anni fa. Era la mia prima tournée da attore comico fuori da Roma. Dovevo esibirmi a Larderello, in provincia di Pisa. Ero emozionato e intimidito, credo comprensibilmente. Mi ritrovai in una festa di piazza ed ero preoccupato di come sarei stato accolto da romano, invece la mia mezz’ora di esibizione andò benissimo e ricordo ancora a distanza di così tanto tempo di aver mangiato in un piatto di plastica, in uno stand del posto, proprio quella sera, una delle più buone bistecche della mia vita".