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Borse preziose sul Ponte Vecchio Gli orafi attaccano, il sindaco replica

Nardella: "Nessun rischio di snaturare la zona. Gioielleria e artigianato di eccellenza possono convivere". Ma l’associazione non ci sta: "Nascondersi dietro a definizioni ambigue, lo facciamo fare agli altri"

"Se c’è una persona che ha difeso Ponte Vecchio sono io, fin da quando facevo l’assessore allo Sviluppo economico. Siamo l’unica città che ha un regolamento che vieta le attività merceologiche diverse da quelle tipiche di Ponte Vecchio. Non c’è nessuna esperienza del genere in Italia. L’attività che di recente ha aperto a Ponte Vecchio vende borse che sono realizzate come preziosi: i gioielli e l’artigianato di eccellenza di gioielleria lì possono essere venduti. Non c’è nessun rischio di snaturare le attività economiche di questa area e di altre strade del centro che noi stiamo tutelando nonostante i tanti ricorsi che sono arrivati al Tar e che abbiamo sempre vinto". Lo ha detto il sindaco Dario Nardella a proposito delle polemiche in seguito all’apertura su Ponte Vecchio del negozio Graziella Braccialini, brand che vende in particolare borse e che ha annunciato di aver dedicato la boutique all’interno di uno dei simboli della città alla linea Luxury, ovvero ai gioielli a 18 carati e alle borse-gioiello placcate in oro 24 carati.

"Sul Ponte Vecchio – aggiunge Nardella - non c’è un negozio di magliette di sport che si trovano invece su altri ponti storici di altre città d’arte. Non si trovano paninoteche, non si trovano negozi che vendono souvenir. Questo risultato è merito di artigiani e commercianti di Ponte Vecchio ma anche merito nostro". Proprio ieri su La Nazione l’Associazione Ponte Vecchio ha pubblicato un appello aperto alla città: "Il valore delle tradizioni". In nome dei secoli che raccontano "una storia che scorre sul Ponte allo stesso ritmo del fiume sul quale si specchia". "Nascondersi – è chiaro il messaggio – dietro a definizioni ambigue di gioiello o di finiture più o meno preziose di articoli di vario genere è cosa che facciamo fare agli altri". Le famiglie, che da anni cercano di tramandare l’arte e il mestiere che sono chiamati a custodire, si appellano agli amministratori per chiedere "decisioni incontrovertibili e prive di qualsiasi possibilità di fraintendimento".

"Voler difendere le tradizioni vuol dire difendere mestieri e arte, con tecniche, proporzioni e stili ben definiti – sottolinea Laura Giannoni, titolare della gioielleria Fratelli Peruzzi -. È culturalmente inappropriato parlare di borse realizzate “come preziosi“. Sono borse con applicazioni metalliche dorate. Sono borse, appunto. Ponte Vecchio, invece, è unico al mondo per i suoi gioielli, iconograficamente e unicamente riconosciuti ovunque". L’associazione Noi per Firenze, 400 residenti e commercianti nel centro storico, si schiera a difesa dell’identità del cuore della città: "Il Comune - conclude il presidente Michele Turini - deve fare in modo di tutelare l’identità di luoghi come Ponte Vecchio che sono simboli della nostra città nel mondo".

Ross.Con.