Firenze, il blocco diesel Euro 5 slitta al 1° giugno. Il mini divieto vale solo sui viali

Il provvedimento tra piazza Libertà e Beccaria a seconda dei valori di smog e riguarda le auto dal 2009 al 2011. Deroghe per residenti e lavoratori .

Diesel Euro 5 a Firenze, divieti da giugno (Foto repertorio Ansa)

Diesel Euro 5 a Firenze, divieti da giugno (Foto repertorio Ansa)

Firenze, 19 aprile 2023 – Non ci sarà il paventato blocco dal 24 aprile. E’ stato rinviato al primo giugno lo stop ai veicoli diesel Euro 5. E scatterà solo in caso di superamento dei livelli di biossido d’azoto.

Un anno fa la Corte di giustizia europea condannò l’Italia per lo sforamento dei valori limite annuali sulla concentrazione dell’inquinante particolarmente tossico e dannoso per la salute. Il governo aveva sollecitato il governatore Eugenio Giani a intervenire per attenuare le concentrazioni nelle due zone incriminate: la piana lucchese e, a Firenze, i viali di circonvallazione. I peggiori dati arrivano dalla centralina Arpat di rilevamento in viale Gramsci.

Per questo motivo la Regione era intervenuta con una delibera di giunta che prevedeva lo stop ai veicoli diesel Euro 5 che, pur non troppo anziani (immatricolati a partire dal settembre 2009 per concludersi con il passaggio alle motorizzazioni euro 6 nello stesso mese del 2015), sono nel mirino della politica comunitaria, e di riflesso di quella nazionale: in generale i motori diesel sono indicati come i maggiori corresponsabili dell’inquinamento nelle grandi città.

Il blocco, che ancora non sappiamo se scatterà, sarà limitato ai viali compresi fra piazza della Libertà e piazza Beccaria, in entrambi i sensi di marcia. In tutte le altre zone della città, anche se scattasse il divieto, i mezzi diesel Euro 5 potranno circolare liberamente. Un’ipocrisia evitare il passaggio davanti alla centralina di viale Gramsci? "No, perché serve a evitare le alte concentrazioni di biossido di azoto", spiega l’assessore all’ambiente di Palazzo Vecchio Andrea Giorgio – che con la sua omologa della Regione, Monia Monni, supportati dagli uffici tecnici – ha stilato il protocollo che ha permesso di far slittare il divieto tout court.

In caso di sforamento delle concentrazioni il blocco partirà con gradualità il primo giugno, coinvolgendo i diesel Euro 5 più anziani, immatricolati tra il 2009 e il 2011; dal primo settembre sarà esteso fino a quelli immatricolati nel 2014; e, infine, dal primo novembre a tutti, fino ai 2015.

Quante auto saranno coinvolte dal provvedimento? Nel caso scattasse il primo giugno si tratta di circa 500 veicoli di fiorentini (un migliaio complessivi), una cifra spannometrica ricavata dal calcolo che ogni giorno dal tratto incriminato passano circa 30mila auto, per la maggioranza di fiorentini (il 56%), il totale dei diesel Euro 5 immatricolati è 19.564 su un parco auto di circa 200mila, risultando il 9,8%.

Riprendendo il dato dei 16.800 veicoli diesel Euro 5 che transitano ogni giorno tra piazza Beccaria e piazza della Libertà, salta fuori il dato che circa 1.650 sono quelli immatricolati in quegli anni. Suddividendoli in blocchi: 500 sono quelli dal 2009 al 2011, 800 fino al 2014 e 350 i residui. Arriverebbero in ogni caso deroghe per i residenti e per chi lavora nella zona. E in corso di definizione gli accordi con gli atigiani per auto e furgoni.

Contestualmente, nel protocolo è stato messo a punto un piano di incentivi per quasi 12 milioni di euro che riguarderà l’acquisto di mezzi meno inquinanti.

L’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti ha parlato dei bandi per il ricambio dei mezzi inquinanti: "L’avviso aperto scade il 30 giugno e ne rifaremo altri". Nel tempo anche le flotte del trasporto pubblico saranno rinnovate. "In linea di principio siamo contrari alle deroghe, anche per il trasporto pubblico: la strada è quella del ricambio del parco mezzi più inquinanti e della riduzione del numero degli ingressi in città". E a tal proposito "a breve sarà attivato il nodo di Guidoni dove si fermeranno i bus delle linee extraurbane, che oggi hanno il capolinea in piazza Vittorio Veneto, per l’interscambio con la tramvia".

"Non stiamo intervenendo per un ‘vezzo’ ambientalista – spiega l’assessora regionale Monia Monni – ma per tutelare la salute delle persone, perché sono ormai note le correlazioni tra certi inquinanti e problemi alla salute pubblica".

Fa un appello ai fiorentini l’assessore all’ambiente di Palazzo Vecchio Giorgio: "I dati del biossido di azoto dei primi tre mesi sono in miglioramento grazie alle azioni già attuate dal Comune – dice – Ora chiediamo a tutti una mano per proseguire così ed evitare o rimandare l’impatto delle misure previste nel protocollo e migliorare la qualità dell’aria che respiriamo".

In effetti Giorgio fa un richiamo pesante alle ripercussioni dell’inquinante sulla salute. "Abbiamo a cuore il miglioramento della qualità dell’aria, secondo i dati di Legambiente e Agenzia europea per l’ambiente sono 60mila i morti prematuri a causa dello smog in Italia – spiega l’assessore – Però vogliamo accompagnare famiglie e imprese in questo percorso, anche con gli incentivi".

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