di Manuela Plastina
La questione dei mancati rimborsi di terapie come l’Aba o la psicomotricità per ragazzi con autismo o altre sindromi, arriva in Regione. Dopo la denuncia di Leonardo, che spende 2000 euro al mese per garantire al figlio autistico terapie riconosciute nel piano terapeutico, tante famiglie si stanno riunendo in una class action contro la Asl e in queste ore hanno avviato anche una petizione online. Il consigliere regionale Marco Landi (Lega) presenterà un’interrogazione urgente: "L’appello lanciato dalle famiglie è una richiesta d’aiuto e una denuncia di gravi mancanze da parte della Regione. Sono "invisibili", nonostante si trovino a fronteggiare ogni giorno difficoltà enormi e convivere con preoccupazioni per il futuro dei loro cari". Chi può permetterselo "si affida al privato, mentre chi ha minori risorse è quasi abbandonato – continua –. La Regione ha il dovere di dare risposte concrete sui bisogni reali".
Landi vuol sapere dalla Giunta "cosa la Regione intende fare per lo spettro autistico, dalla presa in carico precoce ai percorsi terapeutici al sostegno economico. Sulla base di questi dati interverrò sulla prossima legge di bilancio regionale". Un’altra interrogazione sarà presentata dal capogruppo Fdi, Francesco Torselli che ha coinvolto anche il deputato Letizia Giorgianni. "Ci siamo già resi disponibili ad incontrare Leonardo e le altre famiglie – chiosa –. Non è accettabile che debbano lottare per ciò che spetta loro. Il sistema sanitario regionale presenta incongruenze e lungaggini che non garantiscono servizi essenziali".
Torselli ricorda anche che "in una delibera del direttore Gelli del luglio 2023, si legge che la Toscana ha ottenuto oltre 3 milioni di euro per lo spettro autistico: a cosa sono stati destinati questi fondi?". Gli uffici dell’assessorato alla sanità guidati da Simone Bezzini, garantiscono che stanno approfondendo e verificando la questione. Hanno già avviato un’interlocuzione con gli uffici della Asl Toscana Centro per cercare di capire insieme la reale situazione e i relativi problemi. Dal canto suo, la Asl sottolinea che l’autismo non è una malattia, ma una condizione del neurosviluppo che può determinare disabilità.
"Si sostiene con interventi abilitativi e mettendo in grado i familiari di sviluppare le risorse della persona", spiegano. L’Aba "può essere utile in alcuni casi, ma fa parte di vari strumenti a disposizione dei professionisti – aggiungono –. Non c’è una relazione ‘dose-effetto’ e nessun metodo va bene per tutti".
I Lea prevedono la presa in carico dai servizi di salute mentale, usando approcci basati sull’evidenza. "I nostri professionisti danno un supporto e una guida prima di tutto ai familiari e agli educatori delle scuole - concludono –. Abbiamo il dovere di seguire le evidenze scientifiche e dare una risposta di qualità: cerchiamo di migliorare l’offerta piuttosto che ricorrere al rimborso di attività di cui non è possibile controllare la qualità".