ROSARIA MASTRONARDO*
Cronaca

Basta calpestare la dignità dei malati

Rosaria

Mastronardo*

Ancora oggi la fibromialgia è orfana del nostro Sistema sanitario. Le donne fibromialgiche chiedono di essere ascoltate, di non essere più invisibili, chiedono un riconoscimento della malattia per la propria dignità calpestata da quasi 30 anni. La sindrome fibromialgica è una malattia reumatica riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dal 1992, anno in cui venne inclusa nella decima revisione dell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems, entrata in vigore il 1° gennaio 1993. I due principali criteri diagnostici, fissati dall’American College of Rheumatology nel 1990, sono il dolore diffuso perdurante per almeno tre mesi e la presenza di almeno 11 dei 18 tender point specifici (successivamente ampliati). Se consideriamo gli ultimi dati Istat 2019, le donne residenti in Toscana sono 1.924.450: è facile intuire che i casi di fibromialgia, patologia che colpisce prevalentemente il genere femminile, non siano pochi. Il riconoscimento della fibromialgia è disomogeneo

nel territorio nazionale. Solo alcune regioni hanno preso provvedimenti: il Friuli Venezia Giulia garantisce un maggiore riconoscimento; le province autonome di Trento e di Bolzano permettono ai malati di godere di una relativa esenzione dalle spese sanitarie e facilitazioni nella determinazione d’invalidità civile. La regione Veneto ha riconosciuto questa patologia nel nuovo piano socio-sanitario regionale come malattia a elevato impatto sociale e sanitario, mentre la regione Toscana ha approvato un Percorso Diagnostico Terapeutici Assistenziali ma è disatteso. È importante il riconoscimento della malattia subito, anche in Toscana. È importante avere il codice di identificazione perché permetterebbe, un esempio su tutti, una tutela lavorativa. Un intervento dello Stato e delle istituzioni arginerebbe poi tante realtà che illudono i malati e perseguono i fini di lucro. Le donne fibromialgiche non possono più attendere.

*Facilitatrice gruppo auto-aiuto ’Fibromialgia: affrontiamola insieme’