PIETRO MECAROZZI
Cronaca

Bambino disabile violentato, condanna a sei anni. L’ira del padre: “È una vergogna”

Le molestie avvennero nel retrobottega della pizzeria del genitore dove il piccolo dormiva. Fu il padre a sorprendere il cliente e a farlo arrestare. Il pm aveva chiesto 10 anni di carcere

Dopo la scoperta dell’abuso, il padre ha chiamato subito i carabinieri (foto di repertorio)

Dopo la scoperta dell’abuso, il padre ha chiamato subito i carabinieri (foto di repertorio)

Firenze, 24 luglio 2024 – È entrato nella pizzeria, in provincia di Firenze, poco prima dell’orario di chiusura. Si è seduto e ha ordinato una margherita. Il proprietario, nonché pizzaiolo, ha chiuso un occhio solo perché era un cliente che aveva già servito in passato e perché era il 28 gennaio (del 2024) e per strada faceva molto freddo. Prende l’ordinazione e si mette a impastare. Una manciata di minuti, che l’uomo non si schioderà mai più dalla mente. Perché quell’avventore di trent’anni di origini marocchine, obnubilato da pensieri perversi e piani malvagi, si è alzato, ha cominciato a girare nel locale fino ad aprire la porta di una stanza adibita a piccolo dormitorio, e abusare sessualmente del figlio disabile di 10 anni.

Una storia difficile da raccontare, e ancora più difficile da leggere. Come difficile è stato ieri per il papà del piccolo accettare la condanna – arrivata a seguito di un rito abbreviato – a sei anni e sei mesi inflitta al 30enne dal gup Fabio Gugliotta, a fronte dei dieci chiesti dal pm Andrea Cusani. "È una vergogna – tuona l’uomo –, è una sentenza ingiusta. Mio figlio si porterà questo trauma dentro per tutta la vita. E quello che ho visto io, purtroppo, non riuscirò mai a dimenticarlo".

A interrompere la tremenda scena nella stanzina è stato infatti il padre. Quando ha portato la pizza al tavolo e non ha trovato il 30enne a sedere, ha capito che qualcosa non andava. All’inizio ha pensato che fosse corso dietro una delle cameriere, con la quale aveva già provato degli approcci, in quei frangenti innocui, durante le cene precedenti. Oppure che fosse semplicemente andato in bagno. Quando però ha aperto la porta dei locali seminterrati, adibiti da lui a mo’ di cameretta dal letto per i suoi figli, si è trovato di fronte a il suo peggior incubo.

Ha subito afferrato per la maglia il giovane – difeso dall’avvocato Samuel Stampigli –, e con una furia cieca lo ha trascinato su per le scale. Aveva ancora i pantaloni calati, e nelle immagini delle videocamere (che riprendono solo la sala al piano rialzato della pizzeria) si vede i due uomini riemergere dalle viscere del locale e discutere animatamente di fronte all’unico altro cliente. "Digli cosa ha combinato – gli urla l’uomo –. Digli cosa stavi facendo?".

Nonostante quello che aveva visto, l’uomo ha mantenuto la calma e chiamato in fretta e furia i carabinieri. Che arrivati sul posto hanno arrestato in flagranza il 30enne e trasferito al carcere di Sollicciano, dal quale è uscito solo ieri per l’udienza. I successivi esami sulle tracce biologiche trovate sugli abiti del bambino non hanno lasciato spazio a interpretazioni.

Con la condanna di ieri per violenza sessuale su minore, il giudice ha anche ordinato l’espulsione dal territorio italiano, con il divieto di farci ritorno, una volta espiata la pena. Oltre l’interdizione dai pubblici uffici e il divieto di avvicinarsi a luoghi frequentatati da minori, ha disposto anche 60mila euro di risarcimento per il bambino e 30mila euro per il padre, assistiti dal legale Maria Sole Desii.