Bimbi eroi, Nardella commosso: "Li premio"

Il sindaco di Firenze si congratula per l’impresa dei quattro piccoli che a Bivigliano hanno strappato alla morte un bambino che stava affogando

I quattro bambini eroi (Germogli)

I quattro bambini eroi (Germogli)

Firenze, 14 agosto 2020 - «Mi sono emozionato quando ho letto del gesto meraviglioso di questi bambini di Bivigliano, si meritano un premio». Giulio, Sara, Debora e Martina – che domenica scorsa con un coraggio da leoncini e una lucidità stupefacente hanno strappato da morte certa un piccolo di 8 anni che aveva perso i sensi e giaceva in fondo a una piscina con i polmoni pieni d’acqua – han fatto inumidire gli occhi per la commozione il sindaco Dario Nardella. «E’ una storia incredibile, – sottolinea il primo cittadino che subito si è sincerato delle condizioni del piccolo salvato – bambini così piccoli che sono riusciti a fare una cosa così bella e grande. Adesso vorrei che la raccontassero a tutti perché il loro esempio possa davvero servire». Per questo, aggiunge Nardella, «è mia intenzione invitare, dopo le vacanze estive, i quattro bambini con le loro famiglie e il sindaco di Vaglia Leonardo Borchi a Palazzo Medici Riccardi, sede della Città Metropolitana, per conoscerli e per dare loro un piccolo pensiero».

La storia di Bivigliano, raccontata da La Nazione, ha strutto il cuore dei fiorentini. Il quartetto di piccoli eroi mugellani – Martina ha 12 anni, Giulio e Debora due in meno, e Sara, lo scricciolo della comitiva, solo 6 – ha fatto qualcosa di raro e straordinario. Una vicenda, la loro, che ci riporta alla mente le storie del ’Cuore’ palpitante di Edmondo De Amicis, compiuta con una naturalezza e una maturità da bambini figli quasi di un mondo antico, fatto di gesti immediati, semplici, concreti, refrattari a ogni forma di protagonismo. In questo sta la grandezza di questa storia e l’incredibile esempio di questi piccoli che, neanche davanti ai flash e a un taccuino, hanno fatto mezza smorfia di protagonismo ma, al contrario, quasi stupiti da tanta attenzione («Ci intervistate? Ma davvero? Evviva» hanno abbassato gli occhi intimiditi, parlando con un filo di voce appena. Bambini semplici, autentici, come una volta, cresciuti in famiglie solide e sane: «Nessuno di noi è un eroe, ci siamo tuffati e abbiamo tirato su quel bambino che era in pericolo tutti insieme. Per fortuna che è salvo» ci dicono. Che lezione. Avercene. 

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