REDAZIONE FIRENZE

Investito dal bus: la lite, poi la tragedia, "L’ho visto travolto sotto le ruote"

Bagno a Ripoli, per l’autista Ataf c’è l’omicidio stradale

Incidente mortale a Bagno a Ripoli (foto Germogli)

Bagno a Ripoli, 4 novembre 2017 - «Ti denuncio», sibilato a denti stretti, continuando a battere le mani contro la fiancata laterale del bus Ataf, lato conducente: le ultime parole di Roberto Neri, 53 anni, scagliate contro l’autista dell’8 appena ripartito dal capolinea di via Roma a Bagno a Ripoli, di fronte alla palazzina, al numero 84, dove Neri viveva col padre Francesco, 88. Ancora pochissimi istanti dopo quelle parole, il diverbio diventa tragedia: Neri forse inciampa, viene agganciato, risucchiato dalla ruota anteriore sinistra, tutta sottosterzo. Si ‘aggrappa’ d’istinto con le mani alla fiancata del mezzo, finisce sotto. Non ha scampo. Restano di lui, del corpo martoriato, le strisciata disperata delle mani sulla fiancata del bus.

Cronaca di una morte assurda. Ore 15,30-15,40. La finestra di casa dei Neri s’affaccia sulla via Roma. Roberto è martellato da quel dannato motore di bus acceso. Non è la prima volta. Scende, sbuffa seccato, bussa perentorio al finestrino del conducente: «Lo senti che rumore fa quel motore. Spegnilo». Non è l’unico a protestare, l’hanno fatto altri abitanti, lì, disturbati da rombo e fumi di scarico. L’autista del bus risponde (male?) a Neri. Lo tratta con sufficienza? Dice: «Ho chiuso il finestrino». Siccome il dispositivo del controllo orari dà il via libera, parte. Neri è ancor più risentito. L’8 si ferma allo stop e lui è di nuovo sotto il finestrino a protestare. Superato lo stop il bus comincia a fare inversione «a U» per immettersi in via Roma, direzione Firenze. E Roberto Neri dietro, a seguirlo, fin quasi a metà della carreggiata. Tra i due c’è un altro brusco scambio. Dalla linea di mezzeria in avanti, quando cioè il bus è già in via Roma, avviene la tragedia stando ai rilievi dei vigili. Matranga invece la ‘retrocede’ di qualche metro indietro: dice che dopo lo stop Neri è sparito alla sua vista. Lo rivede dallo specchietto retrovisore, per una terribile, agghiacciante frazione di secondo, proprio mentre viene trascinato sotto. Rumore tremendo di corpo schiacciato. Matranga si ferma dopo pochissimi metri, urlano i passeggeri e testimoni oculari, del diverbio e della tragedia.

Paolo Santedicola, 60 anni, titolare della cartoleria davanti al capolinea e accanto alla palazzina dove Roberto, una sorella, due nipoti, viveva col babbo Francesco 88 anni e il barboncino Fiocco, preso in consegna da un nipote. «Un caro amico da anni. Colto, intelligente. Dopo aver lavorato in una ditta di derattizzazione, si era messo in proprio. Aveva una passione per gli insetti e la storia antica, l’amore per il cane. Com’era Roberto? Aveva un carattere fumino. Cioè lui si poneva in maniere educata, però se qualcuno gli rispondeva sgarbato, o strafottente, ci discuteva, che si trattasse di studenti seduti appollaiati all’ingresso di casa sua in attesa del bus, o di chiunque altro. A proposito, diciamolo: mettere la fermata qui è stata una scelta infelice.

Che cosa dicono i testimoni?

«Che io sappia, sono i passeggeri del bus. Poi, forse, qualche passante. Roberto e il conducente si sono parlati in modo brusco, pare assodato».

L’ha visto giovedì?

«Sono uscito dal negozio, non ho assistito alla scena. Ho visto il corpo sotto il bus, mi sono avvicinato: le scarpe da ginnastica, i jeans. Qualcuno mi ha detto ‘guarda che è Roberto...’. Era vero, purtroppo. Gli ho toccato la caviglia per sentire se c’era ancora battito, ma ho capito subito...».

Filippo Fusi è da dieci anni comandante della polizia municipale di Bagno a Ripoli. Prima una proficua esperienza nell’Arma. Si è fatto un’idea di come è andata? «Certo, ho i capelli bianchi..Però non posso parlare. Bisogna vedere se coinciderà con i risultati investigativi e soprattutto del pm». Ieri i vigili hanno consegnato al pm i primi atti. Quante le testimonianze raccolte? «Almeno tre – altrettanti passeggeri dell’8 – ma cerchiamo altre persone per chiarire la dinamica». Chiediamo se Roberto potrebbe aver avuto un malore che lo ha fatto stramazzare e finire sotto il bus: «Sarà l’autopsia a chiarire le cause della morte»

giovanni spano