Un antico torchio litografico per stampare da zinco o pietra. E’ il dono che Elena Campeggi, vedova del celebre Nano, ha donato a don Carlo Maurizi, Priore della Badia di Settimo. Il monumentale strumento è stato collocato nello scriptorium, luogo pieno di storia, dove già dal 1250 i monaci cistercensi i copiavano i manoscritti.
Il torchio, fabbricato dalla famosa ditta “Bollito” di Torino fu acquistato ne 1968 da Nano Campeggi, con l’intento di organizzare una scuola gratuita per giovani di tutto il mondo intenzionati a diventare artisti, per insegnare loro questa importante tecnica a stampa. La sua idea era una sorta e preludio all’Erasmus di oggi. La speranza era che il Comune di Firenze o qualche altro ente pubblico mettesse a disposizione i locali per l’attività e per ospitare il tornio. Ma ciò non accadde, così come non andò a buon fine la proposta di realizzare la stessa scuola a Pomonte all’Isola d’Elba, dove la coppia Campeggi trascorreva l’estate.
"Volendo trovare una degna collocazione a questo enorme torchio, smontato e rimontato da Alberto Corsani – racconta Elena Campeggi – ho deciso, insieme alla mia famiglia, di donarlo a don Carlo della Badia a Settimo, che ha speso tante energie per il recupero di un luogo così meraviglioso, con l’aiuto finanziario di un uomo sensibile come Paolo Nocentini".
O.Mu.
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