Baccio Bandinelli (Firenze, 1488– 1560) è famoso per essere stato un grande scultore della prima metà del ’500. Basterebbero la statua di Ercole e Caco di piazza Signoria e la copia del Laocoonte conservata agli Uffizi. Ma in realtà fu anche un raffinato pittore. Il Vasari nel fa cenno nelle sue Vite, citando fra le sue opere un "Cristo deposto di croce tenuto in braccio da Niccodemo, e la Madre sua in piedi che lo piangeva, et un Angelo che teneva in mano i chiodi e la corona delle spine".
Quella tela di Baccio Bandinelli, che si credeva perduta, è stata invece recentemente in dividuata nei depositi dei Musei Vaticani. Il dipinto appena restaurato, è ora esposto agli Uffizi, proprio in collaborazione con i Musei Vaticani. "Pietà con la Vergine, un angelo e Nicodemo", fa parte della mostra che comprende due disegni preparatori conservati nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, che testimoniano l’adesione dell’artista ai modelli di Pontormo, Rosso Fiorentino e Bronzino. L’esposizione, curata dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt e dal responsabile dell’arte rinascimentale e barocca dei Musei Vaticani Fabrizio Biferali, è accolta al secondo piano degli Uffizi, a breve distanza dal Laocoonte di Bandinelli, copia dell’originale dei Musei Vaticani.
La tela "Pietà con la Vergine" è un raro esempio dell’attività di Bandinelli pittore e presenta numerose affinità con le due Pietà scolpite a Firenze, in Santa Croce e alla Santissima Annunziata.
"Bandinelli rivela, come Michelangelo, una straordinaria capacità di ‘scolpire in pittura’ - afferma il direttore degli Uffizi Eike Schmidt –, prediligendo la forma e il disegno e utilizzando le seduzioni del colore come mero accessorio".
"È un onore celebrare degnamente un artista che fu fiorentino di nascita, ma romano e “vaticano” di adozione - ha detto la direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta -, un maestro che seppe fondere citazioni dal moderno e dall’antico
Olga Mugnaini