Autista aggredito con le forbici "Ho paura di tornare a lavorare"

E intanto i sindacati scrivono al sindaco Nardella per denunciare i problemi di sicurezza per i guidatori di AT

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FIRENZE

"In tanti anni di servizio, non mi era mai capitata un’aggressione così violenta". A parlare è l’autista che venerdì ha dovuto gestire il 33enne marocchino armato di forbici, poi denunciato per minacce, danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio. Il conducente di Autolinee Toscane, ancora profondamente scosso, preferisce rimanere anonimo, anche perché l’aggressore ha espresso la volontà di andarlo a cercare. "Sono arrivato alle Piagge con il 56 intorno alle 6.25 – racconta - quando è salito quest’uomo senza indossare la mascherina, iniziando a discutere con un passeggero, che gli chiedeva di metterla". Il conducente, che è noto per essere un autista di grande esperienza, ha cercato di calmare gli animi. "Ho provato a usare il buonsenso – spiega - e al 33enne ho detto ‘Sono le 6 del mattino, queste persone stanno andando a lavoro, finiscila’". Ma l’intervento ha avuto l’effetto contrario. "Invece di smettere ha iniziato a minacciare – prosegue l’autista –. Ha detto che mi avrebbe seguito al capolinea per accoltellarmi e ha proseguito con ‘qui siamo a Firenze, non a Napoli’ avendo capito la mia origine dall’accento. A quel punto ho preso il telefono in mano, sperando che tornasse a posto. Si è allontanato ma ha continuato a togliersi la mascherina". Intanto il bus è arrivato in via Mariti. "A quel punto si è alzato di nuovo – continua – ha estratto dallo zaino un attrezzo, che poi ho capito essere un paio di forbici da lavoro, e le ha conficcate nel cruscotto del bus, ricominciando a minacciarmi. Allora ho chiamato la polizia che è arrivata dopo 4-5 minuti, durante i quali ha preso a calci le porte, minacciando tutti. I passeggeri si sono spaventati molto, soprattutto una signora che ha poi testimoniato con le forze dell’ordine".

Ma l’incubo non era ancora finito. "Quando l’uomo è stato preso in consegna dalla polizia – racconta l’autista – ho proseguito il mio giro, ma quando sono ripassato per andare al deposito, mi ha visto e mi ha gridato ‘ti vengo a cercare’. Non ho dormito tutta la notte, sono molto agitato e ho preso un giorno di malattia. Mi preoccupa tornare a lavoro: Firenze è piccola e temo di incontrarlo di nuovo".

Lisa Ciardi

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