"Assolto e chiamato a pagare soltanto io"

Il caso delle spese legali chieste all’ex sindaco per il processo sulle polveri sottili, Leonardo Domenici: "E’ in crisi lo stato di diritto"

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di David Allegranti

Leonardo Domenici è arrabbiato per la sentenza che lo condanna a pagare quasi quarantamila euro di spese legali e processuali, nonostante l’assoluzione, in un processo sulle polveri sottili di dieci anni fa quando era primo cittadino?

"Dopo una prima reazione a caldo in cui c’erano soprattuto rabbia e amarezza, è subentrata una fase in cui ho cercato di riflettere e di distinguere il caso personale da una riflessione di carattere più generale".

Partiamo dalla questione generale.

"Non mi riferisco soltanto a un sistema di garanzie per i sindaci e gli amministratori, che pure serve, oppure a una magistratura che è sempre più chiusa in una logica di autoreferenzialità e autodifesa corporativa. C’è qualcosa di più profondo, così profondo che si fa fatica anche a parlarne. Le vicende particolari e personali, per quanto importanti per chi le vive direttamente, rappresentano quasi un piccolo e insignificante episodio. Però aiutano a capire il mondo in cui viviamo. Penso dunque che ci sia una crisi di fondamenti, che riguarda la civiltà politica, sociale e giuridica. È in crisi lo stato di diritto".

Veniamo al caso personale. C’è chi dice che le sentenze non si commentano. Lei?

"È una frasetta che non ho mai condiviso, altrimenti non esisterebbero gli appelli e i ricorsi. Sono due le cose che mi colpiscono, personalmente e purtroppo anche materialmente. Una riguarda la sentenza, l’altra il comportamento del Comune di Firenze. Ritengo la sentenza ingiusta ma non ingiustificata. Il giudice ha trovato le sue pezze d’appoggio giuridiche, dando luogo a una sentenza ingiusta. Ma c’è un aspetto che spinge ad andare oltre questa valutazione e lascia intravedere qualcos’altro. Sono stato condannato a rifondere le spese processuali alla mia controparte, cioè il mio avvocato che mi ha citato in giudizio, all’assicurazione e al Comune di Firenze.

Complessivamente sono posti a mio carico più di 48 mila euro. Mi chiedo il perché di questa applicazione rigidamente burocratica. Di solito nei processi si va a compensazione delle spese processuali, in questo caso vengo costretto a pagare tutto, anche alle controparti. Il che sembra far emergere una logica punitiva nei miei confronti inaccettabile.

In sostanza, vengo punito senza avere fatto niente di male, visto che sono stato assolto nel processo penale. Una vicenda assurda, parossistica".

E per quanto riguarda il Comune di Firenze?

"Ci vedo un comportamento molto contraddittorio. Ha pagato le spese legali per il processo di primo grado e si è rifiutato di pagarle in Cassazione e in appello. Penso che la polizza stipulata dal Comune sia inadeguata e che doveva essere rivista, ma il punto centrale è di tipo politico-morale. Ho trovato le argomentazioni dell’avvocatura del Comune nei miei confronti gravemente umilianti e lesive della mia dignità di persona e di amministratore pubblico. Sembra quasi che il Comune dica che ho approfittato della mia posizione di sindaco. Sembra quasi che sia la sentenza sia il Comune mi attribuiscano la colpa di aver cercato di difendermi al meglio nel processo assurdo intentato per le polveri sottili. La Regione Toscana invece ha pagato a Claudio Martini, coimputato insieme al me nel processo e come me assolto, tutte le spese legali. Mi chiedo se abbia senso oppure no".

Dario Nardella ha espresso solidarietà.

"Lo ringrazio per le sue parole, ma ora? Nardella e il segretario comunale Vincenzo Del Regno erano stati avvertiti per tempo da me personalmente di questo problema. Adesso il Comune di Firenze ha trovato un giudice che gli ha dato ragione; dal mio punto di vista ingiustamente, però la sentenza c’è".

Il Comune non può fare niente?

"Non lo so. Però ho una domanda per i dirigenti e gli amministratori del Comune di Firenze. Che fine ha fato il regolamento del 1999, fra l’altro adottato prima che io diventassi sindaco, nel quale si diceva sostanzialmente che le spese legali, in caso di assoluzione, venivano comunque pagate dal Comune, anche se non coperte da assicurazione? Il Comune dovrebbe dire se quel regolamento è valido oppure no. In ogni caso, per me si è aperta una ferita con il Comune di Firenze difficilmente rimarginabile".

Presenterà appello?

"Non ho deciso al cento per cento ma sono fortemente orientato a non impugnare la sentenza del tribunale. Potrebbe apparire incoerente con quel senso di ingiustizia che provo, ma non lo è per due ragioni. Anzitutto, non ho più fiducia nel sistema giudiziario italiano. Poi c’è una ragione di carattere personale più profonda. In questi anni ho operato un distacco da una certa dimensione della vita pubblica. Ho fatto un mio cammino, che mi fa sentire piuttosto lontano. Un cammino di studio, di ricerca, di riflessione. Voglio restare il più lontano possibile da certe situazioni. Ma per chi vuole capire meglio quello che sto dicendo, rimando all’uscita di un mio volumetto che sarà pubblicato prossimamente dalla casa editrice Emmebi di Fiesole, dal titolo Percorso di parole. Forse è più efficace di tanti discorsi".

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