"Mio figlio ha pochi mesi e, siccome non possiamo contare sul sostegno dei nonni, abbiamo fatto domanda per il nido. Ma ci è stato risposto che al momento non c’è posto. La cosa ci amareggia perchè, in un Paese che soffre già di forte denatalità, i fatti dimostrano che fare un figlio è una impresa sempre più ardua". Luca e sua moglie hanno due bimbi. La prima più grandicella ed il piccolino nato ai primi di giugno. "Per fortuna mia moglie ha ottenuto un congedo più lungo, fino a gennaio, ma il problema resta - riflette Luca -. Pur non avendo un Isee alto, per il momento il nido resta un miraggio. E anche nei privati, che hanno costi medi mensili di 700 euro, ci sono le liste di attesa. Forse si dà troppo per scontato che ci sia un ‘welfare familiare’, ma non scordiamoci che a Firenze vivono tante coppie che provengono da altre città. Sarebbe l’ora che questo Paese investisse realmente sui servizi all’infanzia, altrimenti il trend non si invertirà mai".
L’assessora all’istruzione Benedetta Albanese accende un faro sugli investimenti massicci in corso per migliorare il settore e rispondere sempre meglio al bisogno crescente delle famiglie. "I lavori – spiega – aumenteranno la disponibilità di posti e in particolare anche per l’accoglienza dei piccolissimi. Sta già accadendo grazie alle nuove aperture di questo settembre e proseguiremo nei diversi quartieri. I lavori in corso riguardano ampliamenti, messe in sicurezza, ma anche nuovi nidi. Nel frattempo sopperiamo al bisogno delle famiglie con strutture volano efficienti e funzionali". Secondo il Comune le liste di attesa vengono aggiornate costantemente e al momento ci sono 68 posti non assegnati. Ovviamente, le persone cercano il nido vicino casa o al posto di lavoro. E quindi per ora i posti liberi non ‘incrociano’ le necessità familiari. "Le liste sono in via di definizione e sono legate a inserimenti e rinunce. Al momento abbiamo 2.373 bimbi frequentanti, di cui 25 con disabilità. Le domande complessive sono in crescita, ma con i massicci investimenti in corso daremo risposte sempre più adeguate". Antonella Pieri, educatrice in un nido e membro delle Rsu del servizio infanzia, allarga le braccia: "In modo particolare, a soffrire è il quartiere 4, dove ci sono vari nidi in ristrutturazione. Le difficoltà riguardano soprattutto i bimbi piccolissimi, per i quali la legge regionale impone una cucina interna, che non può esserci nelle ‘strutture volano’ create dal Comune".
Elettra Gullè