EMANUELE BALDI
Cronaca

Lina, 95 anni con La Nazione. "La leggo tutte le mattine. Ma com’è cambiata Firenze"

La signora, ospite di una Rsa a Fiesole, segue da sempre il nostro giornale. "Durante la guerra ci rifugiammo a Villa Vogel. Facevo la sarta, un mestiere sparito"

Lina con altre ospiti della Rsa e l’operatrice Linda

Lina con altre ospiti della Rsa e l’operatrice Linda

Firenze, 15 agosto 2023 - "Arrivederci, tante cose..." ci dice Lina. Partiamo dalla fine che poi a riavvolgere il nastro è un attimo. Perché "tante cose" a Firenze non lo dice quasi più nessuno. Eppure è un saluto bellissimo. Asciutto, elegante, figlio di un’apertura d’animo immediata e di un’inclinazione al bene per indole e buona educazione. E’ pieno "tante cose", è un augurio che aveva il suo humus in un piccolo mondo antico quando magari tante di quelle cose ancora non andavano bene ma c’era la volontà granitica di farle, prima o poi, andare meglio.

Nastro riavvolto. Lina ha 95 primavere alle spalle ma – anche a guardar bene – non si vedono proprio. La bacia in fronte il sole ancora gentile di un mattino di mezz’agosto mentre apre il giornale nel giardino di una bella casa di riposo arrampicata su, perfino sopra Fiesole, con una vista spalancata su Firenze. Sta qui qualche giorno, il tempo che i familiari tornino da Follonica dove lei non ha più gran voglia di andare. "Sto qui, è bello e si sta bene – ha messo le mani avanti Lina all’inizio del mese – ma io la mattina senza La Nazione non ci sto". Accontentata, anche oggi ha la sua copia tra le mani.

"Cosa mi piace leggere di più? Le cronache, voglio sapere cosa succede in giro e allenare la mente. – dice con un sorriso di una volta – Certo che Firenze è cambiata tanto, io sono nata in via Incontri, un tempo erano tutti prati, ora invece...".

Una vita lunga e piena di soddisfazioni la sua. Figlia di gente semplice e retta ("Il babbo scaricava il ferro, la mamma lavorava alle pulizie nelle case... non c’erano mica le lavatrici eh") ha amato sempre la terra ("Avevamo un bel podere a San Donato"). "Facevo la cucitrice di lavoro – racconta – un tempo tanti lavoravano in questo mondo. C’erano le calzettaie, quelle che facevano i sottoabiti. Oggi questa cose non esistono quasi più, le sarte sono sparite, ci sono i grandi magazzini che fanno le cose tutte uguali".

Lina sfoglia ancora in poi il giornale, legge curiosa. Poi si ferma e torna a ricordare: "Il mondo è cambiato tanto, e anche Firenze. Oggi la gente corre di qua e di là".

E l’alluvione? "Un po’ d’acqua arrivò anche da noi, ma non successe nulla di grave". E la guerra? Al tempo era ragazzina. "Ma me lo ricordo quando bombardavano e per salvarci ci fecere dormire nel sottosuolo di villa Vogel". Altri tempi, signora Lina. "Arrivederci, allora. E tante cose".