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Acquista bar e pizzerie tramite 'prestanome', sequestrati 3 milioni di beni: ecco i locali

Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze

La Dia in azione (Archivio)

Firenze, 2 marzo 2016 - Tre milioni di euro. E' il valore del patrimonio sequestrato della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) di Firenze a un imprenditore calabrese che da anni aveva trasferito i propri interessi economici in Toscana. L'uomo, negli anni, aiutato da dei 'prestanome', aveva ettuato investimenti acquisendo importanti esercizi commerciali tra cui bar, pasticcerie, pizzerie e diversi appartamenti a FirenzePrato. Il patrimonio sequestrato riguarda beni mobili, immobili e societario.

Le ricostruzioni effettuate dagli investigatori della Dia hanno messo in evidenza, in particolare, il frequente ricorso allo strumento contabile del "finanziamento soci" che ha consentito alla società di disporre di capitali senza ricorrere al mercato finanziario. Nello specifico, tale liquidità veniva travasata nelle casse delle imprese direttamente dai soci, quale forma di auto-finanziamento, mediante un sofisticato sistema di reimpiego di capitali acquisiti illecitamente. Il provvedimento, eseguito nelle province di Crotone, Firenze e Prato, ha portato al sequestro preventivo di: 9 società; 3 bar-pasticcerie; 1 ristorante-pizzeria; 7 appartamenti; 5 beni mobili registrati (autoveicoli e motoveicoli); 42 rapporti bancari, tra conti correnti, libretti di deposito e dossier.

Pizzaman di via Baracca a Firenze e il bar Il Barco, la pasticceria Caldana in piazzale Leopoldo. Il bar Becco d'Oca, in via Ferrucci a Prato, il complesso immobiliare 'Il teatro', nel quartiere Il Pino, sempre a Prato. Sono questi i locali e gli immobili che l'imprenditore calabrese aveva acquistato tramite i diversi prestanome. E' stata anche accertata l'esistenza di un flusso di denaro verso la Calabria in favore della 'ndrina Giglio' di Strongoli.