ROSSELLA CONTE
Cronaca

L'amore ai tempi delle app: è Firenze l'Università dove si rimorchia di più

Il colpo di fulmine viaggia sul cellulare. "Così ho trovato il mio compagno su Tinder"

WhatsApp (foto Ansa)

Firenze, 22 novembre 2018 - Minigonna strizzata, tacco vertiginoso, i capelli raccolti in una coda di cavallo. A occhio e croce 30 anni. Supera piazza Beccaria, si infila in un locale nella zona di Santa Croce. In realtà, ne ha 33 di anni. Dopo poco, sul cellulare di Niccolò la notifica: «Hai appena incontrato Camilla» con tanto di foto. Lei come Niccolò, un fiorentino di 35 anni che di appuntamenti al buio sul web ne ha collezionati a bizzeffe, è iscritta a Happn, l’app che permette di gestire i colpi di fulmine. Perché, si sa, il colpo di fulmine, quello vero, arriva sempre all’improvviso. Quando passeggiano in centro, al supermercato o al ritorno dalla palestra. Ma come fare a rintracciare lo sconosciuto che incrocia il nostro sguardo sull’autobus o contattare il vicino al tavolino del pub? Il Cupido 2.0 chiede di geolocalizzare l'utente e da quel momento, in qualsiasi luogo questo si trovi, potrà contattare gli altri iscritti incrociati per strada.

L'app quindi mette in contatto le persone sulla base degli incontri nella vita reale. Ma Happn è solo una delle tante. E' un vero e proprio mercato dell’amore quello che gira tra una app e l’altra che si traduce in incontri e quindi appuntamenti con ricadute positive su tutto l'indotto: ristoranti, fiorai, gioielleria, alberghi. Ogni giorno, grazie ai siti di dating, nel mondo si verificano ventisei milioni di match (il link virtuale che mette insieme due utenti registrati), che si trasformano in oltre un milione e mezzo di incontri di coppia a settimana. Il Pew Research Center ha tracciato il profilo dell'utente medio dei siti d'incontri: ha tra i 25 e i 34 anni, è uomo, single e vive in città.

Tra le più usate anche Tinder che ha cambiato per sempre le regole della ricerca del partner: all'utente vengono presentate immagini di potenziali partner che si trovano nelle vicinanze. Trascinando l'immagine a destra, si indica apprezzamento per quella persona. Nel momento in cui due persone indicano mutuo apprezzamento l'una per l'altra, l'app le mette in contatto.

Lo studio - Secondo uno studio realizzato da Happn, che rivela i dati relativi alle università in cui è più utilizzata la app e, quindi, potenzialmente dove è più facile trovare la propria dolce metà, l’Università di Firenze si colloca al primo posto nella top five degli atenei italiani seguita da Bocconi (Milano), Sapienza (Roma), Luiss (Roma) e Iulm (Milano). Su scala europea, Firenze si colloca al sesto posto, subito dopo l’università di Paris Descartes.

La  storia: così ho trovato l'amore su Tinder - Lei ha 55 anni, una bella donna in carriera con un matrimonio finito male sulle spalle e un tradimento da superare. Lui 45, un lavoro in un ristorante del centro, ed è alla ricerca della sua metà dopo una collezione di incontri e nuove conoscenze, tutti finiti con un nulla di fatto. Si sono conosciuti e innamorati tramite Tinder, una delle app di dating più popolari al mondo.

«Le mie amiche mi hanno parlato di questa applicazione e mi sono detta 'perché no'. Volevo incontrare persone, uscire con qualcuno, cambiare giro» racconta Elena (il nome è di fantasia). Così il 20 settembre scorso Elena ha scaricato Tinder sul suo cellulare. Dopo pochi secondi di strada, quelli che occorrono per arrivare da via Martelli a via de’ Ginori, il primo invito. «Me ne sono arrivati sette dopo pochi minuti. Tra me e me ho pensato: ‘Cavolo’. Non me lo aspettavo, non avevo grosse pretese. Ho deciso di iscrivermi su consiglio di una collega che ha conosciuto il suo compagno proprio su Tinder».

Le prime avances sono state molto esplicite, allusioni sessuali, complimenti troppo insistenti. «Le ho subito cancellate – riprende -. Poi un giorno mi è arrivato un messaggio: ‘Ciao ragazza’. Dalla foto non sembrava un belloccione, una biografia piuttosto intellettuale. Mi ha colpito quello che aveva scritto: ‘Cerco teste pensanti’. Tra me e me mi sono detta: ‘Un tipo davvero all’americana’». Elena descrive col sorriso la prima chat «spontanea e naturale», come «il primo incontro e il primo bacio».

«Lui era diverso da tutti gli altri, quelli che cercano sesso li becchi subito: in chat ti chiedono di inviare loro le tue foto, magari osé. Con lui ripeto era come se ci conoscessimo da una vita». Tanto che dalla prima chat al primo incontro sono passati pochi giorni. «Mi sono fatta accompagnare da amici – sorride – nel ristorante in centro dove lavora. Lui non lo sapeva ma quando ero alla cassa mi ha visto e riconosciuta». E come dimenticare il primo appuntamento. «Doveva essere un aperitivo, siamo rimasti seduti uno davanti all’altro a parlare per sei ore. Di tutto. Io sono rimasta affascinata. Ero in imbarazzo, lui mi guardava e continuava a ripetermi ‘Mi incanto ad ascoltarti’. Sono partita il giorno dopo per lavoro, quattro lunghi giorni in cui ci siamo sentiti di continuo e con un’intimità crescente. Quando sono rientrata lui era in stazione ad aspettarmi: ‘Non ce la facevo più, volevo vederti’ mi ha detto. Dentro di me sentivo che il cerchio si stringeva, non volevo farmi illusioni, avevo paura..». Ma Cupido è stato più forte di ogni timore. «Mi ha portata in un bar vicino alla stazione, ha cercato di baciarmi ma io mi sono tirata indietro. Lui si è scusato con timidezza.. Lì ho capito che era lui: l’ho abbracciato e baciato». Da quel giorno sono passati due mesi. Felicemente insieme.