Amendola e i segreti della Pietà Bandini

Al Museo dell’Opera la mostra del grande fotografo, a cura di Antonio Natali, sul capolavoro di Michelangelo dopo il restauro

di Olga Mugnaini

"La scultura è tutto per me, lavorando con le luci cerco di renderla viva, farla parlare. Questo è sempre stato il mio intento".

Aurelio Amendola ha incontrato tante volte Michelangelo. Con la macchina fotografica ha accarezzato i suoi capolavori, li ha spogliati oltre il nudo, oltre il marmo. E ogni volta ha svelato nuove morbidezze o ruvidità che il Buonarroti era riuscito a liberare dalla materia.

E’ stato così anche con la Pietà Bandini del Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, restaurata nel 2021 e affidata al maestro Amendola per una campagna fotografica che non fosse solo una documentazione post ripulitura, quanto piuttosto l’occasione per scoprire nuove e antiche emozioni, per soffermarsi su sentimenti di sofferenza ma anche aneliti di salvezza.

Da quegli scatti è nata la mostra, voluta e curata da Antonio Natali, che apre da oggi fino al 9 gennaio, nella sala del Paradiso del museo dell’Opera. Le 32 immagini fotografiche in bianco e nero, stampate in grande formato sono riunite sotto il titolo “La Pietà di Michelangelo. Lo sguardo di Aurelio Amendola fra naturalismo e astrazione”. E Natali spiega il perché: "Quando fotografa i marmi di Michelangelo, Aurelio ‘diventa’ Michelangelo e s’addentra nei percorsi di pensiero e di spirito di lui. Non c’è lume che possa avvolgere omogeneo una materia tanto tormentata. E Aurelio non solo seconda l’invenzione originaria ma ulteriormente rafforza, anzi, la luce e per converso viepiù abbuia gli scuri. Le ombre sbattono con profili netti sulle superfici, chiare fino al candore. E il cuore del riguardante ne trasale".

Una sequenza d’immagini che infatti da un lato tocca i sensi di chiunque osservi le sue foto, dall’altro, aiuta un occhio critico a scoprire dettagli inediti. "Amendola – prosegue Natali - in una sola veduta poeticamente esibisce tutta la gamma degli stadi di lavorazione del marmo: dall’appena sbozzato al compiuto, dall’ancóra informe gamba di Maria, rugosa e scabra come una scultura parigina d’inizio Novecento, al torso di Cristo, polito e fulgente come una pietra a lungo lucidata".

Catalogo edito da La Mandragora.

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