Amazzone di 20 anni colpita da infarto alla fine della gara

La giovane è stata colta da malore quando è scesa da cavallo. Adesso è ricoverata in prognosi riservata all’ospedale di Pistoia

Un’amazzone in sella al suo cavallo durante una gara di equitazione (Foto d’archivio)

Un’amazzone in sella al suo cavallo durante una gara di equitazione (Foto d’archivio)

Firenze, 26 settembre 2021 - «E’ stato un attacco di cuore". E’ preciso papà Stefano nel tentare di dare una giustificazione scientifica alla drammatica situazione che ha colpito sua figlia, 20 anni, al termine di una gara al centro ippico ’European equestrian center’ di Masotti, nel Pistoiese. Adesso, con la moglie Nicoletta stazionano con il loro piccolo camper, con il quale erano andati da Firenze a Pistoia in occasione della competizione sportiva, davanti all’ospedale San Jacopo, in attesa di avere altre notizie sulla loro amata figlia.

"Aveva appena finito l’esibizione – racconta il padre della giovane, con malcelata emozione – e stava ringraziando il suo cavallo, come avviene sempre al termine delle gare. Dopo pochi secondi l’abbiamo vista accasciarsi a terra: il cavallo è andato da una parte e lei dall’altra. Si vede benissimo anche dal video della gara". Una scena tremenda avvenuta sotto gli occhi di tutti, genitori compresi, ma che proprio per questo ha permesso al medico di turno presente alla competizione di intervenire immediatamente a prestare soccorso. "Fortunatamente la dottoressa ha capito subito la gravità della situazione – prosegue il babbo –. Il problema piuttosto è stato ben altro, cioè i soccorsi".

Il racconto fa emergere più di un’ombra sulla gestione della sicurezza da parte dell’organizzazione sanitaria. Come sempre accade, il centro ippico che ospita le gare ha provveduto alla presenza dell’ambulanza e del medico di gara richiesto in ogni competizione. "Nulla da dire sul centro ippico e sull’intervento della dottoressa – incalza l’uomo – ma è impensabile che a bordo delle ambulanze non ci sia tutta la strumentazione necessaria per qualsiasi evenienza. Mia figlia è stata rianimata per mezz’ora dalla dottoressa che fortunatamente ha potuto usufruire del defibrillatore e di una piccola quantità di adrenalina. Ma per stabilizzare mia figlia è stato necessario chiamare altri soccorsi perché la prima ambulanza non aveva il materiale necessario a bordo. Per poterla intubare è stata chiamata una seconda ambulanza e poi una terza, e poi alla fine è intervenuta l’automedica". La ragazza è stata sottoposta a tutte le visite mediche e ottenuto i certificati necessari anche all’attività agonistica. "Aveva ricevuto anche due dosi del vaccino contro il Covid – prosegue il padre –, stava bene. Adesso è in prognosi riservata in rianimazione e mi riserbo la facoltà di approfondire le responsabilità dell’Asl".

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