“Questo verdetto non è giusto”. Amanda Knox dopo la conferma della condanna: “Non ho dormito, mi sento triste”

La giovane americana in un’intervista esclusiva a Sky Tg24: “Amo questo Paese, spero che un giorno potremo veramente capirci”

Amanda Knox al tribunale di Firenze (Foto New Press Photo)

Amanda Knox al tribunale di Firenze (Foto New Press Photo)

Firenze, 6 giugno 2024 – “Amo questo Paese, spero che un giorno potremo veramente capirci”. A dirlo, in un’intervista esclusiva a Sky Tg24, è Amanda Knox, per la quale la Corte d’assise d’appello di Firenze ha confermato la condanna a tre anni (già scontati) per aver calunniato Patrick Lumumba nelle prime fasi delle indagini sull'omicidio di Meredith Kercher

Questo verdetto non è giusto e non è corretto” ha detto riferendosi alla sentenza di Firenze. “Aspetto le motivazioni, ma certamente faremo ricordo alla Cassazione”, ha affermato Knox. “Non ho dormito, sono davvero delusa - ha proseguito -, mi sento triste ma sono determinata. Non ho niente da nascondere e non smetterò mai di dire la verità. Non ho calunniato Patrick, non ho ucciso la mia amica (Meredith). Tornerò qui tutte le volte che devo per lottare contro questa ingiustizia”.

Ricordando poi l'interrogatorio per cui l'Italia è stata condannata dalla Cedu per violazione dei suoi diritti di difesa (sentenza che ha reso possibile l'ultimo processo), Amanda Knox ha detto che è stata "la più brutta esperienza della sua vita”. “Mi hanno fatto credere che fossi pazza” ha aggiunto.

Ripercorrendo il suo travagliato percorso giudiziario, Amanda Knox ha spiegato di essere "ingiustamente accusata da 17 anni”. “Cioè - ha proseguito - tutta la mia vita da adulta. Ho passato quattro anni in carcere da innocente. Dall'inizio volevo solo fare la cosa giusta e dire la verità. A volte penso che non ci sia nulla da fare ma ci proverò per sempre”. La giovane ha anche replicato a chi non crede alla sua innocenza: “Se le persone prendessero davvero del tempo per vedere gli atti, allora crederanno alla mia innocenza e non a una fantasia che non esiste”.

"Ero una ragazza di 20 anni - ha detto ancora - e sono diventata la ragazza accusata di omicidio più odiata in tutto il mondo e ho dovuto passare tutta la mia vita a lottare e difendermi. Volevo solo la mia vita. Sono sopravvissuta. Quando cresco i miei bambini spero che vedano la mia forza. Sono fortunata ad avere una famiglia e degli amici che mi sostengono in una lotta che forse continuerà tutta la mia vita”.

Knox ha spiegato di essere consapevole che in Italia ci siano state 30.000 vittime di malagiustizia negli ultimi 30 anni. “Il mio messaggio a chi viene ingiustamente incarcerato è: non siete soli. Ci sono giorni molto difficili, ma c'è chi vuole aiutarvi”, ha concluso.