Alta velocità, il nome Iris è un omaggio a Firenze. Ecco come funziona la talpa

Scaverà a circa 20 metri di profondità due gallerie parallele da circa 7 chilometri l'una, una per ogni senso di marcia, collegate tra loro attraverso un bypass di sicurezza ogni 500 metri

Alta velocità, la maxi talpa Iris (New Press Photo)

Alta velocità, la maxi talpa Iris (New Press Photo)

Firenze, 15 maggio 2023 – Iris, questo è il nome della fresa gigante che questa mattina, 15 maggio, ha acceso i motori, per dare avvio ai lavori del passante e stazione Alta Velocità di Firenze.  La scelta del nome è chiaramente legata al simbolo di Firenze: il giglio o, appunto, iris oppure ancora spesso chiamato giaggiolo.

Iris, costruita da Herrenkecht, ha sostituito la precedente fresa, chiamata 'Monnalisa'. Il nuovo nome è stato svelato durante l'inaugurazione del riavvio dei lavori, alla presenza, tra gli altri dell'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane, Luigi Ferraris e del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, del presidente della Regione Eugenio Giani e del sindaco di Firenze Dario Nardella.

La talpa, spiega Ferrovie, scaverà a circa 20 metri di profondità due gallerie parallele da circa 7 chilometri l'una, una per ogni senso di marcia, collegate tra loro attraverso un bypass di sicurezza ogni 500 metri. E per "ottimizzare le fasi di lavoro e contenere i tempi", le gallerie saranno realizzate con due frese all'opera anche se "scaveranno con modalità e tempistiche tali da non essere operative in contemporanea".

Quella già posizionata a Campo di Marte, Iris, è un Tbm (tunnel boring machine) pesante 1.500 tonnellate, con un diametro di scavo di 9,4 metri. E, stando alle previsioni, procederà con un andatura media di circa 10, 12 metri al giorno. Per le operazioni, si spiega da Fs, "sono state intraprese iniziative utili a contenere le emissioni, elaborando progetti e predisponendo lavorazioni ecosostenibili che potranno giovarsi di attrezzature e mezzi d'opera 'green', con motori ibridi e, in alcuni casi, elettrici". Proprio per questo, "le terre provenienti dagli scavi", quelle di gallerie e stazione, "verranno trasportate in treno e riutilizzate per la riqualificazione e valorizzazione paesaggistica del'ex cava di lignite di Santa Barbara", a Cavriglia (Arezzo), di proprietà dell'Enel.

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