Ciro
Vestita
Con l’ apertura del canale di Suez (1869) iniziò (per assurdo) il declino dell’impero britannico e questo per pura supponenza della marineria inglese, convinta che le loro navi a vela fossero le migliori al mondo.
Non consideravano, però, il fatto che, per attraversare il canale, fossero necessarie navi a vapore e non certo velieri. Nell’istmo di Suez, infatti, non c’era abbastanza vento per spingere i pesanti bastimenti dei britannici.
I dieci anni necessari per costruire ex novo dei battelli a vapore andarono tutti a vantaggio dei francesi e un po’ anche degli italiani (il canale fu creato anche grazie all’ingegnere italiano Luigi Negrelli).
L’Inghilterra quindi per qualche tempo rimase fuori dai vantaggi di Suez con il relativo crollo delle importazioni nel regno britannico di tè, caffè e pregiate spezie come la cannella, la mirra e i chiodi di garofano.
Solo nel 1956 gli inglesi capirono l’immensa perdita commerciale dovuta ad una obsoleta cantieristica navale e quindi, in quella data, senza avvisare gli americani, dichiararono guerra all’Egitto con la Francia per avere una parte nella gestione del canale e risollevarsi rispetto ai vari decenni precedenti.
Gli americani la presero malissimo ma il presidente Usa Eisenower non fece una piega: ordinò alle banche americane di rendere carta straccia i titoli inglesi; fu questa la fine dell’impero britannico.
E va beh, ma adesso parliamo di spezie: chiodi di garofano, cannella, noce moscata, mirra... erano tutti farmaci di un tempo.
Tutti questi rimedi per le malattie erano gestiti dal farmacista del tempo, che, per l’appunto, era chiamato Speziale.
E quindi con la cannella si curavano le faringiti, con i chiodi di garofano le patologie dentarie.
La mirra invece veniva usata come anestetico (mirrato era il vino offerto a Gesù sulla Croce per lenire i suoi dolori).
Tutte spezie preziosissime e costosissime, soprattutto nei secoli passati: Magellano addirittura fu assassinato dagli indigeni nelle Molucche per una partita di cannella.
Attualmente le spezie sono passate di moda.
Peccato, perché sono ancora utili come medicamento nelle piccole patologie: una tazza di latte alla sera con miele e cannella fornisce una marea di molecole antivirali portando rapidamente a guarigione il paziente.
Ma oltre queste spezie che vengo dall’oriente chiamate appunto “spezie maggiori“, ci sono le spezie del bacino Mediterraneo, che vengono chiamate anche “spezie minori“.
Queste sono l’aneto, il finocchio, l’anice, la melissa e la verbena, e in alcuni disturbi, come ad esempio quelli della digestione, fanno dei piccoli miracoli.
Il finocchio e l’anice, ad esempio, sono delle piante carminative, piante cioè utili per assorbire i gas intestinali in eccesso del soggetto colitico; la melissa invece è una pianta adattissima per favorire un buon sonno; la lavanda (pochi lo sanno) è un ansiolitico molto importante.
La pianta arrivata dal Mar Rosso e denominata “pianta dei miracoli“ è, invece, l’Aloe.
Il suo gel interno applicato su una pelle stanca e disidratata rende immediatamente freschezza e luminosità; utilissima l’aloe anche per guarire piccole ferite e screpolature; il tutto a costo zero.
Curiosità: nel 1063 d.C. il vescovo di Pisa decide di costruire con l’aiuto dell’architetto Buscheto una stupenda cattedrale da far invidia ai fiorentini.
Aveva però un unico, enorme, problemi: gli mancavano i denari per completare l’opera.
In quel periodo, però, viene a sapere che nella rada di Palermo c’è una nave turca carica di spezie.
È proprio in quell’occasione che quel sant’uomo del nostro vescovo invia l’ammiraglio Orlandi a depredare i turchi e, con la vendita delle spezie, costruisce nientemeno che piazza dei Miracoli! Questi preti!