
Il cielo è gravido di pioggia ma ha il buongusto di spolverare su Campi Bisenzio solo una pioggia innocua anche se fastidiosa per chi continua a spalare fango dai garage e dai cortili e che prova a scrostare la mota per salvare almeno un libro, una fotografia, un ricordo. In strada si grattano via le ultime scorie del disastro in attesa che i camion si portino via tutto. Nella sede del municipio di piazza Dante si tirano, invece, le fila con tutto lo stato maggiore del Pd (il governatore Eugenio Giani, l’assessora regionale Monia Monni, il sindaco della Città Metropolitana Dario Nardella, il sindaco di Prato Matteo biffoni) a confronto con il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci (che ha annunciato una visita prossima del premier Giorgia Meloni) e il capo del dipartimento Fabrizio Curcio.
Due compartimenti stagni che si ’toccano’ solo per un attimo quando qualche campigiano esasperato alza la voce sotto l’atrio del Comune e grida che tutto questo era prevedibile e attacca i politici "che hanno le scarpe pulite". E’ il giorno dei primi bilanci veri con il governatore Giani che stima almeno due miliardi di euro di danni in tutte le zone alluvionate. Ma è anche il giorno di uno scontro politico, piuttosto inatteso, che si manifesta con le parole inequivocabili di Musumeci che sentenzia lapidario: "Non è solo colpa della natura, ma anche dell’uomo" lasciando di stucco lo stesso Giani e con lugli altri dem presenti, compreso l’ex sindaco Emiliano Fossi. "E’ accaduto che alcune vasche d’espansione seppur finanziate non sono state completate" sentenzia. Alcuni corsi d’acqua si sono rotti dove già si erano rotti, questo vuol dire che si era ricostruito male – argomenta ancora il ministro –. Questo governo ha messo a disposizione delle Regioni 800 milioni del Pnrr per la sicurezza del territorio. L’uomo può attutire e mitigare gli effetti". Un attacco attutito appena dalla puntualizzazione dello stesso Musumeci che ha allargato la sua riflessione oltre i confini della Toscana. Nardella sceglie la via diplomatica per ribattere invitando al contempo il ministro a non fare polemica. "In questi giorni è piovuta molta più acqua di quel 4 novembre 1966", data dell’alluvione di Firenze, "e ora l’Arno non ha raggiunto il primo livello di guardia - dice Nardella -. Non per caso ma perché sono state realizzate molte opere. Credo sia ingeneroso dire che la Toscana sia all’anno zero per la prevenzione".
Giani prova a smorzare i toni ("Voglio vivere uno spirito di grande collaborazione e conseguentemente penso a fare come ho fatto in questi giorni. Spero prevalga questo clima rispetto alla prospettiva delle polemiche") mentre i parlamentari del Pd rispondono per le rime al j’accuse di Musumeci ("Il ministro è venuto a Campi a fare politica. Forse non sa che negli ultimi anni sono stati spesi 85 milioni di euro per opere sul reticolo minore della Piana fiorentina"). Anche per il deputato leghista Andrea Barabotti "non ci si può nascondere dietro il paravento del cambiamento climatico".
Non ci sta nemmeno il sindaco di Campi, Andrea Tagliaferri. "La questione riguarda le risorse che sul rischio idraulico sono diminuite nel corso degli anni. Dopo gli eventi alluvionali degli anni Novanta, sostanzialmente il nostro territorio non ha più subito, se non in piccoli casi e comunque non così importanti, fenomeni alluvionali" dice il primo cittadino. Che poi rimandato le accuse al mittente: "Il Comune, a oggi, ha sei milioni da Pnrr per delle casse di espansione e ci arrivano notizie da Roma che questi soldi verranno definanziati". Così Tagliaferri, oltre a invitare il ministro a non tagliare il finanziamento (per la cassa di compensazione lungo la Circonvallazione Ovest nella zona dell’Hangar), manda un’altra richiesta: "Attraverso il lavoro della Protezione civile, delle associazioni di volontariato, delle colonne mobili regionali e dei volontari spontanei, e tramite il coordinamento delle istituzioni locali, il territorio ha risposto con la massima operatività all’emergenza, e adesso la stessa proattività e tempestività è richiesta al Governo, nel dare risposte concrete per la gestione della ripartenza".
Emanuele Baldi
Barbara Berti
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