
L’ingresso, al piano rialzato, dell’ufficio postale di via Pistoiese. L’elevatore, necessario per i disabile, è rotto da mesi
di Carlo CasiniFIRENZERaccoglie le borgate lungo via Pistoiese, l’omonimo ufficio postale tra via della Sala e via Umbria: le storiche Brozzi, Quaracchi e il lembo suburbano popolare delle Piagge. Periferie abitate da tanti anziani e disabili, come va da sé in un quartiere a forte presenza di edilizia residenziale pubblica. Però alle Poste di via Pistoiese, al piano terra rialzato di una palazzina, per accedere c’è da fare una gradinata di sette imponenti scalini: un duro scoglio da affrontare per chi ha problemi di deambulazione, o per un anziano con un pacco pesante.
L’ascensore esterno ci sarebbe: ma da almeno otto mesi è rotto. L’alternativa più vicina sono gli uffici del borgo fratello di Peretola: in via Faccioli, a 2 chilometri e mezz’ora a piedi, e in via Geminiani, a 2,8 chilometri, tre quarti d’ora a piedi; oppure, sempre lungo la Pistoiese, sconfinando nella frazione di San Donnino a 2,2 chilometri. Così è montata la protesta: un anziano costretto a muoversi in carrozzina elettrica, da qualche giorno sta raccogliendo le firme per la zona e davanti alle Poste stesse; si piazza lì, con un quaderno e un cartello con scritto "È ormai più di otto mesi che l’ascensore non funziona, impedendo di fatto l’accesso all’ufficio postale alle persone con difficoltà motorie. Per la sua rimessa in opera chiediamo la partecipazione dei cittadini di Brozzi, Le Piagge, Quaracchi, appoggiando questa richiesta con una firma da inviare alla Direzione Poste di Firenze".
In una manciata di giorni, l’uomo – che preferisce non apparire sulla stampa – è diventato un’icona dei social locali, dove la sua immagine in carrozzina, con il cartello e il quaderno delle firme davanti all’elevatore rotto, sta rimbalzando. E quelle pagine si stanno riempiendo velocemente di sottoscrittori: "Certo che ho firmato, ha ragione: come puoi lasciarlo lì, senza il diritto di entrare?", afferma un altro anziano appena uscito dalle Poste. "Abbiamo firmato anche noi – spiegano due operai in pausa pranzo al Grand bar – Ci sembra una giusta causa".
Interviene anche il consigliere comunale Matteo Chelli di Fratelli d’Italia: "Il signore ha il diritto di poter entrare nell’ufficio e il guasto deve essere riparato subito. Si parla tanto di inclusività e diritto di accesso dei disabili, ma poi il servizio pubblico è il primo a venir meno a questo dovere?". Ma l’azienda, interpellata, rassicura che il problema sarà velocemente risolto: "Poste Italiane si scusa con i cittadini interessati per i disagi e informa che sono in corso gli interventi tecnici propedeutici alla risoluzione del guasto della pedana di accesso per i disabili. Il fornitore si è impegnato, vista la delicatezza della situazione, alla realizzazione dell’intervento il prima possibile, appena i componenti saranno disponibili. Il personale della sede resta a disposizione dei clienti disabili per assistenza nell’accesso alla sala al pubblico".