All’Alfieri l’arte di Dani Karavan Documentario sulla sua scultura per ricordare i “Giusti di Polonia“

Per celebrare il tema della memoria, stasera alle 21 lo Spazio Alfieri sceglie la figura del grande scultore israeliano Dani Karavan (nella foto) e la sua opera dalla forte vocazione di stampo pacifista, raccontata nel documentario di Barak Heymann che sarà ospite della serata e presenterà al pubbico High Maintenance. Ad accoglierlo Enrico Fink presidente della Comuntà ebraica di

Firenze. Il film del 2020 è al contempo lineare e intricato, emozionante senza concessioni al melodrammatico, doloroso quanto divertente e appassionato nel tratteggiare la figura di uno degli artisti più rappresentativi del Novecento. Dani Karavan ha creato un centinaio di installazioni ambientali. Ma a novant’anni suonati non è ancora soddisfatto. Le sue strutture monumentali si stanno deteriorando. L’età inizia a farsi sentire. Il clima politico nel suo Paese, Israele, lo rende inquieto. E anche il regista che sta girando un documentario su di lui non lo lascia tranquillo. Come se non bastasse, Karavan finisce coinvolto in una controversia politica e artistica sulla sua ultima commissione. Gli è stato chiesto un monumento dedicato ai “Giusti di Polonia”, i cittadini polacchi che hanno rischiato la loro vita per salvare quella degli ebrei nel corso del Secondo conflitto mondiale. Ma quanti sono stati questi “Giusti”? E quanti, invece, hanno taciuto? Nel pomeriggio alle 17.30, l’incontro a cura di Anpi Firenze dal titolo “Un mondo nuovo. Antifascismo, valori, socialità. Progettare insieme il prossimo futuro“ con Rosy Bindi, Andrea Bigalli, Vannino Chiti, Tomaso Montanari, Gianfranco Pagliarulo e Albertina Soliani, coordinati da Vania Bagni.

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