Alla ricerca dell’uomo ragno, Mauro Repetto: "Il mio sogno Usa... Con un deca"

Il co-fondatore degli 883 il 20 maggio al Pucciniporta porta in scena la storia della band pavese

L’ideatore e co-fondatore degli 883, Mauro Repetto, ieri in visita alla redazione de La Nazione

L’ideatore e co-fondatore degli 883, Mauro Repetto, ieri in visita alla redazione de La Nazione

Firenze, 7 maggio 2024 – “Racconto la storia di due menestrelli che in una Pavia gotica, cupa come Gotham City, dovevano consegnare una cassetta al conte Claudio Cecchetto che aveva una corte piena di giullari già conosciuti: il cavalier Fiorello, il dotto Amadeus, l’oratore Cherubini (Jovanotti, ndr ). Era molto difficile accedere a questa corte perché lui era ’re Mida’". Parola di Mauro Repetto, ideatore e co-fondatore degli 883 che il 20 maggio (ore 21) arriva al Teatro Puccini di Firenze con ’Alla ricerca dell’uomo ragno’, prodotto da Raffaella Tommasi per Daimon Film e Sold Out, con la regia di Stefano Salvati e Maurizio Colombi. Per presentare il suo one-man show, Repetto (attualmente vive a Parigi ed è Event executive per la Wald Disney Company) ieri ha fatto visita alla redazione de La Nazione.

Sul palco ritrova un giovane Max Pezzali: una sorta di reunion?

"Virtuale. Attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, una novità assoluta in teatro, farò rivivere il mondo policromo degli 883. Poi reciterò, ballerò e canterò tutte le hit che hanno fatto da colonna sonora a intere generazioni. E ci sarà anche una sorpresa".

Lo spettacolo racconta la storia degli 883: tutto parte dalla voglia di scappare da Pavia...

"Di fuggire dal mondo ovattato della provincia. Non perché ci stavamo male quanto per la voglia di perforare questo tetto, andare altrove e, come dicevamo in ’Con un deca’, in cerca di qualcosa che poi in realtà non sapevamo neppure noi".

Lei cosa cercava?

"Io sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli. All’apice del successo ho capito che il sogno si era esaudito e vole salire su un’altra giostra. Letteralmente ho inseguito il sogno americano perché mi ero innamorato di una modella che viveva a Miami e così sono partito".

A distanza di tanti anni le canzoni degli 883 continuano a essere delle hit di successo: quale è il segreto?

"Eravamo due ’normaloni’ di provincia con tanta voglia di divertirci. Passavamo interi pomeriggi a scrivere testi che poi sono diventati brani famosi ma l’obiettivo primario era stare insieme, trascorrere qualche ora in compagnia. ’Hanno ucciso l’uomo ragno’ sai come è nata? Eravamo al pub con una birra, sulla vetrata c’era una ragnatela e Max disse: ’ t’immagini, hanno ucciso l’uomo ragno’. In fondo Max e io non abbiamo mai lavorato insieme: ci siamo solo divertiti. E quella complicità è rimasta anche oggi".

Che musica ascolta?

"Ancora il rap, d’altro canto Max e io siamo nati come duo rap. Ma la musica mi piace tutta. Un nome? Mi piace molto Jorja Smith che sono sicuro diventerà una diva dell’ R&B".

Nella sua playlist ci sono le canzoni degli 883?

"Certo. ’Con un deca’ è la mia preferita: il passaggio ’ Molliamo tutto e ce ne andiamo a New York’ è quello che ho fatto nella realtà".

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