BARBARA BERTI
Cronaca

Aldo Cazzullo, riflettori sulla storia "Mussolini? Un violento per Dna"

"Il Duce delinquente" è lo spettacolo che il giornalista porterà con Moni Ovadia mercoledì a Palazzo Vecchio .

Aldo Cazzullo, riflettori sulla  storia  "Mussolini? Un violento per Dna"

Aldo Cazzullo, riflettori sulla storia "Mussolini? Un violento per Dna"

di Barbara Berti

"La mia idea su Mussolini è molto severa. In Italia c’è ancora un’immagine deformata del Duce: ci sono pochi, non pochissimi, fascisti convinti e ci sono tanti, non tantissimi, antifascisti". E’ il pensiero di Aldo Cazzullo, giornalista e scrittore, che insieme a Moni Ovadia arriva a Firenze con lo spettacolo "Il Duce delinquente" il 6 settembre (ore 20,30) nel Salone dei Cinquecento (ingresso libero ma su prenotazione: 3393341522, [email protected]). L’iniziativa è curata dall’associazione "Le Muse Novae".

Aldo Cazzullo, il suo libro "Mussolini il capobanda", da cui nasce lo spettacolo, è stato il saggio più letto del 2022: quanto è importante parlare del Duce e di quel periodo storico?

"Tantissimo, soprattutto per le nuove generazioni. Ancora oggi c’è una grande maggioranza di italiani che pensa che il Duce sia stato uno statista, almeno fino alle leggi razziali del 1938, quando è impazzito e si è schierato con Hitler. Questa è la mentalità comune. Invece il Duce, già molto prima aveva provocato la morte violenta di quasi tutti i capi delle opposizioni. Anche la guerra non è stata un impazzimento senile, ma è insita nel fascismo stesso: l’idea di aggredire gli altri popoli, di imporre una razza su un’altra fa parte del suo Dna".

Lo spettacolo come è impostato?

"Sui fatti storici che non possono essere smentiti. E mentre io racconto, Moni Ovadia legge testi, lettere e canta. E lo fa in greco, per esempio, quando narro l’attacco alla Grecia dell’ottobre del 1940, in ebraico quando parlo dei campi di sterminio. Tutto il racconto smonta l’idea del Duce grande statista ‘impazzito’ che ‘sbaglia’ l’alleanza".

Ci può fare degli esempi?

"Prima del 1938, Mussolini aveva provocato la morte di Gobetti, Gramsci, Matteotti, Amendola, dei fratelli Rosselli e di don Minzoni. Aveva preso e mantenuto il potere nel sangue, perseguitando oppositori e omosessuali, imponendo un clima plumbeo e conformista. Aveva chiuso i libici in campo di concentramento, gasato gli abissini, bombardato gli spagnoli. Si era dimostrato narcisista e cattivo".

Anche con le donne...

"Assolutamente sì. Nel suo diario, nelle pagine iniziali, quasi si vanta di uno stupro. Per non parlare di Ida Dalser da cui ebbe il figlio illegittimo Benitino: fece rinchiudere madre e figlio in manicomio, dove moriranno, pur di non averci niente a che fare".

La guerra, quindi, è una conseguenza del fascismo?

"Sì. E aver mandato i soldati italiani a morire senza equipaggiamento in Russia, nel deserto, in Albania è stato un altro crimine, contro il suo stesso popolo. Racconteremo poi gli orrori della guerra civile, la Resistenza che, e bene ricordare, non è un valore né di sinistra né di destra. E, poi, il grande contributo che la Toscana ha dato alla Liberazione, dai fratelli Rosselli a Gino Bartali".

Oggi che momento storico stiamo vivendo?

"Il fascismo è stato un crimine, in Italia non è più tollerabile alcun tipo di revisionismo. Ma non penso che quel periodo storico possa tornare. Oggi abbiamo l’articolo 3 della Costituzioni che è il rovesciamento del fascismo perché dice a chiare lettere che siamo tutti uguali davanti alla legge, senza distinzioni. Ecco, quell’articolo ce lo dobbiamo tenere stretto".