
Alberghi (foto di repertorio)
Firenze, 9 maggio 2020 - "Gli alberghi sono tutti chiusi, sebbene possano stare aperti. Nelle città d'arte non riapriranno prima di settembre, perché qui il mercato interno certamente non potrà compensare l'assenza di stranieri. Qualche prospettiva in piu' c'è per gli hotel al mare o in montagna, ma chi riaprirà avrà una stagione brevissima e dovrà fare i conti con una sanificazione, difficile e costosa". E' l'allarme lanciato da Giancarlo Carniani, presidente della sezione industria alberghiera di Confindustria Firenze.
C'e' grande incertezza nel settore turistico, come spiega Carniani: "Aprire gli hotel significa rimettere in moto le macchine, ma nessuno sa se ci sarà lavoro, se l'attività basterà a coprire i costi: un collega mi ha raccontato che è sempre rimasto aperto, ma durante tutto il lockdown ha avuto soltanto due pernottamenti. Il manifatturiero può riaprire, magari facendo conto sull'export, ma per noi le prospettive sono gia' al prossimo anno. E senza aiuti molti non ce la faranno ad arrivare al 2021, il settore e' stato fermo troppo a lungo troppo lungo".
Le ipotesi di una ripresa lenta sono confermate dalle analisi degli addetti ai lavori: "La stima - riferisce il presidente degli albergatori di Confindustria Firenze - è che il traffico aereo, per tornare ai livelli del 2019, impiegherà almeno tre anni. Per un livello 'normale' di traffico serviranno almeno 18 mesi"; qualche segnale positivo arriva dal turismo europeo, Francia e Germania soprattutto, aree in cui si inizia a pensare a una vacanza in Italia, magari muovendosi in auto, "ma certamente si trattera' di vacanze last minute e non prima di giugno inoltrato"; anche per il ritorno di questi turisti dovra' inoltre esser chiaro se ci sara' o meno il rischio, tutto da chiarire, di esser posti in quarantena una volta rientrati in patria.
I problemi per gli hotel, inoltre, sono reali. "Per chi vorra' riaprire - riferisce Carniani - ci aspettiamo un aiuto anche sulla sanificazione, perché ci sono tante procedure e molto costose. Su questo abbiamo un confronto aperto con la Regione e discutiamo anche sul come effettuare questi protocolli, perche' non possiamo riaprire e trasformarci in ospedali: e' inutile pensare che i turisti vadano in albergo, in vacanza, e si trovino a vivere in questo modo". Per salvare il settore alberghiero e' necessario un intervento significativo dello Stato. Per Carniani oggi sono a casa migliaia di persone tra dipendenti e stagionali. "La cassa integrazione per i dipendenti inizia faticosamente ad arrivare in questi giorni, molte aziende non l'hanno potuta anticipare, ed e' inoltre difficile l'accesso alla liquidità, che si tratta comunque di una forma di indebitamento". "Noi - conclude il presidente degli albergatori di Confindustria Firenze - aspettiamo il prossimo decreto; ci sono state fatte tante promesse, ma le dobbiamo vedere nero su bianco, altrimenti ci faremo sentire. Stesso discorso anche per le imposte comunali, come la Tari: da mesi non produciamo rifiuti, se ne dovra' tener conto. E' un problema che deve risolvere Roma, o l'Europa, non possiamo pagare noi".