Pestato in pieno centro. "Parlavo al cellulare, poi le botte"

Il ragazzo, 21 anni di Grosseto che studia a Firenze, è sotto choc

Carabinieri (Foto di repertorio)

Carabinieri (Foto di repertorio)

Firenze, 10 aprile 2018 - «Stavo parlando al telefono con la mia ragazza quando senza accorgermi di nulla sono stato colpito con un pugno all’occhio destro» ha raccontato ai carabinieri il 21enne grossetano, picchiato e rapinato da un gruppo di quattro persone in via del Leone, domenica pomeriggio intorno alle 17.30. «Mi hanno portato via il cellulare e hanno cercato anche di prendere il portafogli senza riuscirci.

Non li ho sentiti e non sono riuscito a vederli in faccia. Non so di dove siano». Ieri, il grossetano, che a seguito del pestaggio ha riportato 40 giorni di prognosi, è tornato nella sua casa dell’Oltrarno per poche decine di minuti. Il tempo di prendere le valigie, «forse per un po’ rimarrà a Grosseto» racconta uno dei coinquilini. «Era parecchio scosso» aggiunge. «Lasciatemi stare, quello che avevo da dire l’ho detto. Sono pieno di visite da fare» ci liquida la vittima. Potrebbero arrivare dalle immagini delle telecamere della zona, in corso di acquisizione proprio in queste ore da parte dei carabinieri, elementi utili per incastrare i quattro aggressori. Intanto Marco Stella, vice presidente del consiglio regionale, attacca: «Un ragazzo picchiato brutalmente da quattro persone, per portargli via un cellulare da 500 euro non è cosa che si possa liquidare in maniera superficiale o derubricare a gesto di microcriminalità». Un episodio, purtroppo, non nuovo: sempre più spesso ci troviamo di fronte a gente che ruba per fame. «E’ il segnale più palese dei tempi che cambiano» spiega Carlotta Cerquetti, avvocato penalista (lavora presso lo studio di Eraldo Stefani) ed esperta in Criminologia.

«Penso – riprende – che quello che stiamo vivendo sia la diretta conseguenza all’attuale periodo di crisi. L’incertezza politica e la mancanza di punti di riferimento rende tutti più instabili. E la congiuntura economica sfavorevole, il gran numero di persone che si sono ritrovate senza lavoro o di giovani che non riescono a trovarlo, spinge le persone a rubare per sopravvivere. Infatti, i furti e le rapine più frequenti riguardano veramente beni di prima necessità. Come in quest’ultimo caso, hanno portato via un cellulare, non un’automobile di lusso». Il problema, più volte sollevato dal nostro giornale, riguarda anche la certezza della pena: molto spesso, hanno denunciato residenti e commercianti, le stesse persone, anche se arrestate dalle forze dell’ordine, sono il giorno dopo di nuovo a delinquere negli stessi precisi punti. «Purtroppo – sottolinea Cerquetti – ci sono una serie di misure, benefici ed escamotage che vanificano la pena o consentono importanti sconti. Tanti delinquenti se ne approfittano di questa situazione, agiscono pensando di rischiare poco». Ma come è cambiato il criminale? «Oggi ci troviamo di fronte a persone molto astute, spesso violente, specialmente se rubano per ‘sopravivere’. E soprattutto hanno raffinato le tecniche: lo dimostrano il gran numero di crimini economici o di truffe online».

Rossella Conte

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