Firenze, 1 settembre 2023 – Ha 55 anni e una figlia di 16 e non riesce a trovare un tetto sotto cui vivere nonostante il contratto a tempo indeterminato. Perché oggi per poter prendere in affitto un immobile occorre un reddito mensile che sia almeno il triplo del canone di locazione richiesto.
«Non tutti possono permetterselo, soprattutto se sei un genitore separato" sottolinea Simone Masi, un professionista che lavora in un’azienda che si occupa di sistemi informatici.
"A me serve una casa con due stanze da letto, una per me e una per mia figlia ma non si trova nulla a meno di 800 euro e per quell’importo chiedono un salario che sia almeno tre volte superiore o una busta paga di una seconda persona che faccia da garante" aggiunge amareggiato.
Una ricerca che è cominciata a luglio del 2022 quando i proprietari dell’appartamento in San Frediano in cui vive hanno deciso di vendere l’immobile in cui alloggiava.
«Lo avrei comprato io ma mi hanno messo in condizione di dover desistere" racconta Masi che nella casa dell’Oltrarno ci è nato.
Dalla fine dell’800 quell’immobile è in affitto alla sua famiglia: in quelle camere da letto hanno dormito il suo bisnonno, poi il suo nonno, ancora il suo babbo e infine lui stesso. "Per me – dice Simone – lasciare la casa che la mia famiglia abita da più di cento anni è un colpo al cuore, i miei hanno avuto un’attività nei fondi sottostanti, un panificio.
Durante la guerra e nel primo dopoguerra hanno dato da mangiare a tutto il quartiere e molte persone si ricordano ancora di quando la domenica mattina facevano la fila per portare i tegami dell’arrosto al forno dei miei".
La famiglia Masi ha resistito al fascismo, al nazismo, all’alluvione e alla crisi economica degli anni ‘70 e "io, invece, devo capitolare solo davanti a persone che probabilmente trasformeranno la casa in cui ho sempre vissuto (e che avrei potuto comprare) nell’ennesimo b&b, così come sarà anche per il fondo in cui la mia famiglia aveva il forno" si sfoga. Ma ora il vero problema è trovare un tetto sotto cui vivere, per lui e sua figlia, "anche se non a Firenze almeno vicino a una stazione del treno in modo da poterle permettere di raggiungere la scuola facilmente".
«Non è semplice – aggiunge Simone – ho visto delle case all’Isolotto e a Figline ma in entrambi i casi la mia richiesta è stata rifiutata in quando i proprietari hanno preferito coppie con due buste paghe".
"E’ davvero snervante tutto questo, sono molto preoccupato più che per me, per mia figlia. Lei ha diritto ad avere la sua cameretta, le sue quattro mura dove sentirsi al sicuro".