
Ora la palla torna alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè
Firenze, 7 giugno 2023 - Riunione costruttiva, ma Dario Nardella non cambia idea. Il sindaco di Firenze, ricevuto ieri pomeriggio dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, assieme a sindaci e delegati delle Città Metropolitane, tira dritto sul nodo degli affitti brevi. "Manteniamo in piedi il nostro pacchetto di misure urbanistiche – spiega il primo cittadino – tese a favorire la residenza, a limitare la rendita parassitaria, soprattutto quando si configura come una concorrenza sleale verso le imprese, ed equilibrare il fenomeno degli affitti turistici brevi".
Il tavolo istituzionale era stato convocato dopo la boutade di Nardella, che pochi giorni fa, alla luce delle norme previste nella bozza del disegno di legge ministeriale sul mercato delle locazioni, ha promesso un provvedimento ad hoc in grado di limitare la trasformazione dei palazzi del centro storico in affittacamere. Un braccio di ferro, quello con il ministero del Turismo, che dopo l’incontro di ieri non esclude però dei ripensamenti: "Stiamo lavorando anche con altre amministrazioni – continua Nardella –, confermando che se la norma definitiva che è in preparazione dovesse soddisfare le esigenze della nostra città noi saremo pronti a rivedere o anche a ritirare i nostri provvedimenti".
Tra i componenti della crociata anti affitti brevi c’è anche chi guarda con ottimismo al confronto con il ministro Santanchè. "Ci siamo lasciati con un approfondimento sulla possibilità di normare il numero di licenze per persona – svela l’assessore alla Casa del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran – su cui la ministra era possibilista, e la richiesta dei comuni di applicare delle zonizzazioni per ridurre la pressione in alcune zone a rischio di sostituzione abitativa, su cui non ci sono state aperture". Tuttavia, anche Maran sottolinea come "a oggi, la proposta contenuta nel disegno di legge della ministra Santanchè è per noi certamente insufficiente e la questione del numero di notti minime è ininfluente per le città".
Altra benzina sul fuoco arriva sempre da Nardella: "Abbiamo presentato la proposta di sostituire al criterio delle notti minime il criterio del numero massimo di appartamenti che un soggetto può affittare, numero che oggi è quattro e che vorremmo abbassare a due". Oltre questi numeri, ripete il sindaco, "riteniamo non ci sia più il caso di una famiglia che affitta la propria seconda casa ma si configuri una realtà imprenditoriale".
Non troppo diverso il pensiero di Pierfrancesco Majorino, componente della segreteria nazionale Pd con delega sulla casa, che specifica come il vertice di ieri "ha dimostrato ancora una volta quanto la misura proposta dall’esecutivo sugli affitti brevi sia lieve e per nulla incisiva", e per questo "il Governo deve fare un salto in avanti, consapevoli che non possiamo perdere un’occasione per risolvere un problema per troppo tempo sottovalutato".
Insomma, la palla adesso ritorna alla ministra Santanchè, che dovrà mettere mano alla bozza del ddl sugli affitti brevi, atteso al vaglio oltre che dai rappresentanti delle Città Metropolitane (Milano, Torino, Genova, Bologna, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Cagliari, Palermo, Messina e Catania), anche dalle associazioni degli inquilini, i sindacati di questi ultimi e le associazioni di categoria. Che non sembrano disposti a fare sconti.