Addio Ginsborg, lo storico che si fece militante

Studioso dell’età contemporanea, ha insegnato nell’ateneo fiorentino. Pardi: "Il nostro patto nacque contro le leggi ad personam"

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Amato dai suoi studenti per una capacità di analisi tutta british e stimato nel mondo politico per la capacità di presentare lucidamente le sue tesi. Questo era Paul Ginsborg, docente di storia contemporanea e attivista dell’impegno civico, scomparso ieri a 76 anni dopo aver combattuto con una malattia che non gli ha lasciato scampo. A raccontarlo meglio di tutti è Francesco ‘Pancho’ Pardi, amico e compagno di tante battaglie politiche. "Stringemmo un patto contro le ‘leggi vergogna’ di Berlusconi". Pancho e Paul. Insieme furono protagonisti di una stagione politica, quella dei girotondi, che puntò tutto sull’antiberlusconismo raccogliendo una fetta della sinistra che stava attraversando il deserto negli anni dello strapotere di Forza Italia. Pardi non vedeva il prof Ginsborg da prima della pandemia. Una conoscenza di lungo corso, nata nel 1990 durante un incontro, diventata presto amicizia e complicità politica. "Avevamo un patto: ci saremmo dati da fare se le destre avessero superato il gradino della tollerabilità – racconta Pardi – e quel gradino venne superato dal governo Berlusconi". "Il movimento da noi creato – ha detto Pardi – non ha prodotto effetti di tipo organizzativo ma ha funzionato da lievito dentro la società e i suoi frutti li ha dati. Il nostro patto scattò quando Borrelli, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2002 disse ‘Resistere, resistere, resistere. Ginsborg mi chiamò e mi disse che era giunto il momento di mobilitarci. Da lì partì l’organizzazione della manifestazione dei professori a Firenze il 24 gennaio, che riuscì benissimo".

Pardi è stato senatore dal 2008 al 2013 con Italia dei Valori, Ginsborg divenne presidente di Libertà e Giustizia. Ma alla storia è passato quel movimento dei professori, come primo esempio di impegno degli accademici nella politica. "Paul Ginsborg – ha detto Pardi - teneva sempre a precisare che lui parlava da storico in ogni occasione pubblica, in realtà era anche un fine politico a modo suo. Era una persona amabile, speciale, anche simpatica con quel suo italiano con una decisa inflessione inglese. Abbiamo condiviso esperienze che hanno cambiato il nostro modo di essere docenti universitari".

"Sono addolorato dalla scomparsa del professor Ginsborg, che conoscevo bene e col quale più volte mi sono confrontato, sempre francamente ma con estremo rispetto reciproco – il cordoglio di Dario Nardella –. Era un uomo e uno studioso di rara levatura culturale e morale che ha saputo raccontare a noi italiani la nostra stessa storia meglio di tanti connazionali". "Quella di Ginsborg – ha detto Sandra Bonsanti fondatrice col prof dell’associazione Libertà e Giustizia – è stata una vita piena di molti interessi, amicizie e impegni: è riuscito a mettere insieme l’attività di docente universitario con l’impegno attivo nella società". Cordoglio nel mondo della sinistra nel suo complesso: da Tomaso Montanari a Elly Schlein, da Rosa Maria di Giorgi alla Cgil fiorentina. L’ultimo saluto a Paul Ginsborg sabato alle 15 alle Leopoldine di piazza Tasso. Nel cuore della Firenze più autentica per l’English man che si proclamava fiorentino.

Fabrizio Morviducci

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