CARLO CASINI
Cronaca

Addio bus, l’ira di Santa Croce: "I negozianti vivono con i turisti . Senza di loro incassi dimezzati"

Commercianti infuriati per lo spostamento dell’hub dal lungarno Pecori Giraldi alle Cascine "Il parco è lontano due chilometri e mezzo, il rione si svuoterà. E noi dovremmo licenziare".

Commercianti infuriati per lo spostamento dell’hub dal lungarno Pecori Giraldi alle Cascine "Il parco è lontano due chilometri e mezzo, il rione si svuoterà. E noi dovremmo licenziare".

Commercianti infuriati per lo spostamento dell’hub dal lungarno Pecori Giraldi alle Cascine "Il parco è lontano due chilometri e mezzo, il rione si svuoterà. E noi dovremmo licenziare".

Da luglio addio bus turistici sul lungarno della Zecca Vecchia: il nuovo punto di discesa e salita sarà in piazzale Vittorio Veneto, sul capo opposto del centro. Plaudono gli automobilisti a est delle mura, storcono il naso quelli a ovest: i pullman non andranno più a gravare sul traffico già intasato dai cantieri per la tramvia Libertà-Bagno a Ripoli, ma si teme sul lato opposto appesantiscano l’asse ponte alla Vittoria-viale Talenti. Tanto più che una volta scaricati i turisti alle Cascine, i torpedoni faranno giro di boa per tornare a sostare in viale Piombino. Ma c’è una categoria ancora più preoccupata: i commercianti di Santa Croce, per i quali quelle folle in calzoni corti e zainetto sul tragitto di ritorno da Uffizi e Duomo sono linfa vitale.

"Si fermano spesso – testimonia Francesco Evangelisti, dal negozio di foulard di Borgo dei Greci – Questa scelta potrebbe incidere negativamente: speriamo che finiti i lavori della tramvia li riportino qua" "La strada è piena di gente, non credo inciderà molto – smorza la figlia titolare Manuela –. Non lamentiamoci in anticipo". Più ansia nel vicino negozio di souvenir: "Non si rendono conto che il turismo non ce lo porti fin qui dalle Cascine – spiega Francesco Bartolini –. Il turismo è un’industria, perché fermarla? Se si interrompe il flusso tanto vale chiudere, viste le tasse...". Via via che si procede verso piazza Santa Croce il termometro sale: "Questa zona vive di turisti, soprattutto crocieristi che si riconoscono dal bollino, e acquistano tanto. – dice la gioielliera Alessia Macilenti – Si innamorano dell’Italia e del made in Italy, ritornano l’anno dopo per vederla meglio".

"Se fermano 5 bus, cioè 250 persone, come fanno a salire tutti sul tram – riflette – Andare a piedi? Sono soprattutto pensionati... Ormai è tutto un basta b&b, basta ristoranti, non si vuole pensare al turismo come risorsa, lo si vuol far passare come problema, ma abbiamo visto durante il Covid cosa è successo. Capisco la difficoltà per i residenti, ma ritornare indietro è impossibile".

In piazza la rabbia esplode: "Abbiamo investito tanti soldi. – dice Kaya Ross della pelletteria – Come si fa qui, dopo 40 anni?". In Santa Croce si vuol tirare su un gruppo di protesta: "Sarà un disastro: i turisti si allontana di 2,6 chilometri – prevedono Andrea Pasquini della gioielleria e Carlotta Caserta dell’altra pelletteria – Stiamo pensando di riunirci in un comitato. Quei turisti sono il 99% dei nostri clienti e il comune lo sa. Il fatturato diminuirà almeno del 50% e saremo costretti a licenziare altrettanto personale. Ho 15 dipendenti, come farò? –teme Andrea – Poi stravolgere i flussi proprio in mezzo alla stagione turistica è insensato". "Perché andare a creare un ingorgo a Ponte alla Vittoria? – si chiedono – Per rivalutare le Cascine e via Palazzuolo? Nemmeno ci si fermeranno, in compenso qui diventerà come via Palazzuolo" "Capisco la confusione ma portano lavoro", concorda la tabaccaia Sabrina Fioravanti in Corso Tintori. Pur essendo una delle ultime attività di vicinato ha "il 70% di clienti crocieristi: si fermano a comprare acqua, sigarette, ricordi".

Carlo Casini