
Abbazia, scatta la tutela: "Stop alle edificazioni"
Mentre la Badia di Settimo rinasce, serve attenzione al territorio circostante. L’indicazione è arrivata chiara dalla Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Firenze, Antonella Ranaldi, intervenuta l’altro giorno alla presentazione dei ritrovamenti eccezionali emersi dallo scavo archeologico in corso durante il restauro abbaziale. "L’intero territorio intorno alla Badia – ha detto Ranaldi – dovrà essere salvaguardato. Non possiamo più permetterci l’edificazione che purtroppo c’è stata. L’impegno della Soprintendenza sarà seguire e accompagnare i lavori intraprendendo azioni di tutela di salvaguardia del territorio circostante". Quello della tutela dell’ambiente e dello stop alla cementificazione selvaggia nella frazione, è un vecchio cavallo di battaglia del Parroco, don Carlo Maurizi, che tra mille critiche e opposizioni anche politiche da oltre un ventennio ormai combatte una battaglia per restituire alla Badia e al territorio circostante la dignità e il valore di un tempo. In più di un intervento, negli anni, don Carlo aveva chiesto alla politica locale di restituire all’Abbazia il suo linguaggio e la sua configurazione originaria anche nel territorio circostante, devastato dalla cementificazione selvaggia (in particolare nella zona industriale e nella qualità edificatoria dei peep realizzati dalle coop edificatrici) degli anni ’70, ’80 e ’90. Ma la battaglia è diventata necessità, a fronte di quello che sta accadendo a Badia, dopo l’acquisto e gli scavi archeologici in vista del recupero finanziati dal patron di Savino del Bene, Paolo Nocentini, vero mecenate scandiccese, che non ha nascosto l’intento di utilizzare la rinata badia come luogo della spiritualità. La necessità di tutelare l’area di comporto intorno alla Badia, quantomeno di capire come poter fare, nasce anche perché nel 2016 il Tar accolse il ricorso di alcuni residenti (tra cui anche l’allora sindaco Sandro Fallani in quanto proprietario di una porzione dell’abitazione di famiglia) e cancellò il vincolo paesaggistico indiretto che dal 1998 tutelava una fascia di 25 ettari intorno alla Abbazia di Badia a Settimo. E da allora qualche intervento edificatorio nella zona è ripartito.
Fabrizio Morviducci