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Campi Bisenzio, "Voglio andare in Svizzera a morire". Le parole di una donna tetraplegica

Il caso di Anna Milazzo. Ad assisterla solo il marito ottantenne

Uomo disabile (immagine di repertorio)

Campi Bisenzio (Firenze), 13 febbraio 2022 - "Perché vorrei andare a morire in Svizzera? Perché vivere in queste condizioni è inutile, sono un peso insostenibile per la mia famiglia. Quando ho smesso di leggere e scrivere ho capito che ero entrata in un buco nero".

Anna Milazzo, 74 anni, di Campi Bisenzio, vive in un letto antidecubito motorizzato dell’Asl sistemato in salotto: è affetta da tetraplegia incompleta postoperatoria, ha la sensibilità agli arti ma non può muoversi. Ad assisterla c’è solo il marito Paolo Cecchi, 80 anni.

Anna Milazzo
Anna Milazzo

In questi giorni si parla di Mario, il camionista tetraplegico di Pesaro, primo malato in Italia per il quale è stato deciso il farmaco da utilizzare per il suicidio assistito. Così nella mente di Anna è tornato il pensiero della "dolce morte", tanto da indurla a scrivere al governatore della Toscana Eugenio Giani e all’assessore Serena Spinelli per raccontare i disagi che sta vivendo, le difficoltà economiche per pagare l’assistenza e l’impossibilità di fare la fisioterapia.

"Per tutta la vita – racconta Anna – mi sono portata dietro le conseguenze delle percosse subite nel 1973 in Uruguay, durante le proteste degli studenti: avevo 22 anni. Nel giugno 2018 mi sono operata a Bologna per la decompressione delle vertebre e pur essendo andata bene l’operazione, sono sorti problemi. Poi sono stata tracheotomizzata".

Anna è seguita dall’unità spinale di Careggi, che qualche tempo l’aveva mandata a Villa Il Sorriso, centro specializzato per le lesioni midollari. Poi però il centro ha chiuso e per Anna non ci sono più state quelle sedute di fisioterapia che le davano giovamento al fisico, e anche all’animo giacché incontrava altre persone.

"In un anno – dice Anna – spendiamo circa 5000 euro di farmaci non mutuabili. Il contributo ’vita indipendente’, ottenuto dopo una lunga d’attesa, ammonta a 800 euro e puoi solo pagare una badante a ore. Se poi però mi ricoverano decurtano i soldi: come si fa? Una badante fissa costa almeno 1350 euro". Il marito Paolo, tra l’altro, è portatore di endoprotesi, ha l’arteriopatia cronica ma, con tanta forza di volontà, ha imparato tutte le manovre necessarie per muovere Anna, pulirla e cambiarla. E le ha insegnate alla badante.

In internet ha trovato progetti realizzati in Spagna e Olanda su "Abitare leggero" e "Abitare assistito": nuove formule di vita comunitaria assistita, dove malati e familiari hanno dei supporti e vivino in questi "condomini" speciali. "Nella passata legislatura – dice Paolo Cecchi – mandai questa documentazione in Regione, ai consiglieri Sostegni e Monni, come spunto per creare alternative alle Rsa che noi, come altri, non possiamo permetterci. Le nostre risorse economiche seppur dignitose non sono in grado di assicurarci un’assistenza domiciliare adeguata".

Il palazzo dove abitano ha un ascensore con ’barriere’, quindi quando Anna deve scendere il marito e il figlio la devono portare distesa su una tavoletta giù per le scale e lei deve arrangiarsi ad entrare in automobile. Un veicolo per disabili ha un costo di circa 30.000 euro. Anna Milazzo ha lavorato al Comune di Campi e nel 2012 ha pubblicato il romanzo "Anaì del mare" che racconta il golpe del 1973. A presentarlo fu proprio il governatore Giani. Oggi il mondo di Anna è racchiuso nello schermo di un tablet e ha perso la voglia di vivere: "La gente piano piano ti dimentica, rimani sola. Se devo vivere sentendomi un peso per la famiglia preferisco morire".

M.S.