
Marina Pinzauti, 93 anni, nella sua sartoria (New Press Photo)
Firenze, 17 ottobre 2021 - "Allora davvero raccontate la mia storia? Per quando ci possiamo contare?". Si parte alla fine perché Marina sussurra un verbo bellissimo, contare (su). Antico e sincero. E per questo fuori dai radar in questi anni nevrotici e balordi. Conta su di noi questa signora con 93 primavere sulle spalle, lo sguardo vispo e vivo di chi ha la scorza dura forgiata in anni polverosi e difficili. Di miseria, di rinascita, di dolore e di rinascita ancora.
Conta su di noi e certo non la deluderemo, se non altro perché quando mai capita di raccontare di una donna nata nel 1928 che oggi, nel 2021, ancora ha la sua bottega di sartoria in centro dove lavora – "con attenzione eh, come si faceva una volta anche se gli occhi ora non sono più quelli" – dal lunedì al sabato e dove arriva ogni mattina, puntuale come un orologio, da Scandicci dopo aver preso due autobus da sola. "Scendo in via de’ Vecchietti e vengo qui in via dello Studio" dice. Così, come se fosse la cosa più naturale e immediata del mondo. Questa è la sua storia.
Marina nasce l’8 ottobre del 1928 a Bagno a Ripoli, ai tempi campagna profonda e non gentile e graziosa appendice fiorentina. Ora parla lei: "Il mio babbo faceva il contadino, portava le zucchine e i pomodori a Firenze, la mamma invece badava ai figlioli, eravamo quattro e io ero la più grande. Con noi in casa c’erano anche i nonni". Quando è bambinetta, "verso i 6 o i 7 anni" la famiglia Pinzauti fa il grande salto e si trasferisce in via Bolognese. Sono gli anni del fascismo e Marina ha una passione: veste le bambole. "Sarà per quasto – dice con un sorriso – che a dieci anni mi mandarono in centro a imparare a cucire". Due anni dopo, siamo nel 1940, la ragazzina è già in una sartoria dove impara i primi trucchi del mestiere. Svelta e precisa non fatica negli anni a farsi un nome. E così inizia a lavorare per le botteghe "dei signori" del centro storico.
Una vita di ago, filo e macchina da cucire finché nel 1991, a 63 anni – l’età in cui oggi per i più inizia l’agognata pensione – la Marina capitalizza il sogno di una vita e apre la sua bottega in via dello Studio che proprio in questi giorni ha festeggiato 30 anni di attività. Così facendo due conti possiamo dire senza timore di smentita che questa signora lavora da 83 anni. "E tutti i giorni ringrazio Dio che mi fa andare avanti con questo lavoro che mi ha salvato la vita quando il destino mi ha portato via mio marito e mio figlio". Altra fibra, altra stoffa verrebe da dire. Grazie Marina, testimone involontaria di un piccolo mondo antico che non c’è più.