
Duo Canino e Ardinghi
Firenze, 15 settembre 2025- Una collaborazione che si rinnova da quasi vent’anni per uno degli incontri più apprezzati della classica italiana e internazionale. Tra i maggiori pianisti di tutti i tempi, Bruno Canino ritrova il violino di Paolo Ardinghi nel concerto pomeridiano di mercoledì 17 settembre (ore 16,30), al Cenacolo del Fuligno di Firenze, nell’ambito della rassegna "Musica e Danza nei Cenacoli fiorentini" promossa dalla Direzione regionale Musei nazionali della Toscana insieme al Museo di San Marco e ai Cenacoli fiorentini, in collaborazione con l’Orchestra da Camera Fiorentina e con Fondazione Fabbrica Europa, con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo. L’evento è a ingresso libero. In programma pagine che esaltano il rapporto complice tra pianoforte e violino: la “Sonata in do maggiore K 303” e la “Sonata in la maggiore K 526” di Wolfgang Amadeus Mozart e la “Sonata F.A.E.” e la “Sonata in la maggiore n. 2 op.100” di Johannes Brahms. Opere diverse per scrittura e sensibilità che evidenziano l’evoluzione dei due grandi compositori. Bruno Canino vanta oltre 60 anni di carriera, durante la quale ha collaborato con artisti come Cathy Berberian, Severino Gazzelloni, Itzhak Perlman, Salvatore Accardo, Uto Ughi, András Schiff e Viktoria Mullova. Ha suonato sotto la direzione di Abbado, Muti, Chailly, Sawallisch, Berio, Boulez, con orchestre quali la Filarmonica della Scala, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Berliner Philharmoniker, New York Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Orchestre National de France. Ha insegnato al Conservatorio di Milano per 24 anni e, a una corposa discografia - Debussy, Casella, Mozart, Chabrier, Bach… - si aggiungono due libri, “Vademecum del pianista da camera” e “Senza musica”, in cui svela, con ironia arguta, i retroscena della professione di musicista. Paolo Ardinghi proviene da una famiglia di artisti, allievo del padre Antonio Ardinghi e in seguito di Franco Gulli e Uto Ughi. Ha all’attivo numerosi concerti anche in veste di solista, interpretando pagine note per violino e orchestra a firma di Mozart, Haydn, Chevalier de Saint Georges, Beethoven, Mendelssohn, Brahms. Il Duo Ardinghi Canino ha pubblicato svariati cd per l’etichetta italo-giapponese Da Vinci, le incisioni sono trasmesse dalle radio di tutto il mondo. La Prima Danza andrà in scena il 17 e 18 settembre nel Chiostro e Cenacolo di Ognissanti. Si tratta di un progetto di danza contemporanea site specific che nasce dall’idea di esplorare nuovi linguaggi performativi per spazi del patrimonio culturale, ridefinendoli come luoghi vivi e dinamici, aperti a visioni contemporanee. Nella prima fase de “La Prima Danza à coups de marteau primo step. Open doors / Sguardo sul processo creativo” Damiano Ottavio Bigi e Alessandra Paoletti lavorano con i danzatori Vincenzo Criniti, Cristian Magurano della Compagnia EgriBiancoDanza, con la performer cinese Yingyu Lyu, i performer Lu Ying- Chien, Lee Kuan-Lin e il coreografo Lai Hung-Chung della Hung Dance di Taiwan, e con Milena Punzi e Andrea Geremia, musicisti del Centro di ricerca, produzione e didattica musicale Tempo Reale. Collaborano al progetto Florence Dance Center e Parc Performing Arts Research Centre. In questo processo creativo il rapporto tra corpo e spazio diventa centrale: i danzatori non si limitano ad abitare l’ambiente, ma instaurano con esso un dialogo fisico e percettivo. I corpi si integrano con l’architettura o vi emergono in contrasto, attivando lo spazio come elemento vivo e partecipante. Lo spazio fisico si trasforma così in un paesaggio sensibile, attraversato da risonanze emotive e percettive che scaturiscono non soltanto dalla grammatica del movimento ma anche dalla musica dal vivo che accompagna e integra la coreografia. Il progetto La Prima Danza, diretto da Damiano Ottavio Bigi e Alessandra Paoletti, proseguirà poi a Seoul, debutto il 30/31 ottobre, al Palazzo Nakseonjae nel complesso di Changdeokgung con la Ahn Aesoon Company e un gruppo di danzatori coreani, per concludersi a Firenze, Verbania e Cagliari nel giugno 2026. Damiano Ottavio Bigi, danzatore e coreografo, e Alessandra Paoletti, attrice e regista, hanno iniziato la loro collaborazione nel 2013 con il progetto Yuvaya Dönmek, Babam için – Back Home, to my Father, ideato per l’Istanbul Municipal Theatre. Da allora, portano avanti un percorso sia pedagogico che creativo, collaborando con artisti provenienti da esperienze e contesti culturali sempre diversi. Nel 2020, hanno fondato la loro compagnia, la Bigi Paoletti Fritz Company. Il loro lavoro si sviluppa attraverso un dialogo tra differenti linguaggi, muovendosi tra danza, teatro e arti visive. Gli elementi essenziali della loro ricerca emergono dall’esplorazione di schemi compositivi, drammaturgici e cinestesici spesso derivanti da discipline scientifiche. Attraverso stratificazioni narrative in continuo mutamento, mirano a costruire mondi che si imprimono non solo sui corpi, ma che si estendono anche agli spazi e ai paesaggi in cui si muovono, esplorando costantemente nuove forme di relazione tra corpo, spazio e tempo. Maurizio Costanzo