
In quelle parole, che hanno il peso (assolutamente gradevole) di una sentenza c’è nascosta la prima scelta mediatica della nuova stagione. Già, perché dopo le affermazioni del patron sulla maglia, sul numero di maglia, che merita di indossare Gaetano Castrovilli, esiste ormai solo un’opzione: il numero 10 sarà suo.
Commisso, di fatto, ha battezzato il talento viola come nuovo leader (tatticamente, ma forse anche di più, in attesa di chiarire i dubbi sul futuro di Chiesa) della Fiorentina.
Castrovilli, dunque, che già aveva incassato da Montella il pesantissimo paragone con Antognoni ("mi ricorda lui", disse l’Aeroplanino), e che proprio da ’Antonio’ ha ricevuto applausi e complimenti parlando di ereditarietà da numero 10), Castrovilli – dicevamo – torna a riaccendere i riflettori su una dinastia che da qualche stagione sembrava sulla corsia dell’estinzione.
Con rispetto parlando sia chiaro, la maglia simbolo della Fiorentina (appunto quella con il 10 stampato sulle spalle) indossata Pjaca o Eysseric, come del resto in questa stagione da un Boateng, arrivato e fuggito in meno di sei mesi, ha avuto poco a che vedere con la storia della Fiorentina. Per questo l’incoronazione di Commisso, spinge Castrovilli oltre al paragone con il Capitano, con Antognoni, ma lo posiziona accanto alle altre leggende viola che in quel numero 10 custodivano il ruolo (assolutamente riconosciuto da tuti) di leader di Firenze.
E allora ecco il ricordo di Roberto Baggio o quello di Manuel Rui Costa. Numeri 10 indimenticabili per le generazioni ’di mezzo’, e arrivati a riscrivere la storia viola, proprio come fu per De Sisti o Montuori
La Fiorentina ripartirà la sua bella storia puntando così sul fascino, lo stile e il carisma di Castrovilli. Già, perché oltre ai piedi buoni (anzi, buonissimi), il talento del numero 10 ’puro’ è anche quello del punto di riferimento di tutti. Dei compagni, dell’allenatore, come della gente, dei tifosi. Di chi, insomma, in quel ragazzo, ieri Baggio domani Castro può regalarti quello che agli altri non può riuscire.
Essere il numero 10 viola signica essere il Genio e obiettivamente la genialità del pallone, in maglia viola è stata ben rappresentata anche da Mutu, così come (a tratti e prima del brusco finale di avventura) da Domenico Morfeo.
Ma non è questa la storia che la Fiorentina riprenderà a raccontare con la promozione a leader di Castrovilli. Lui, il ragazzo cresciuto nelle giovanili e arrivato alla squadra maggiore per regalare e regalarsi emozioni, si prenderà quella maglia con l’orgoglio di Rui Costa, la classe di Antognoni e la fantasia di Baggio. Firenze sogna. Ed è bello così.