Maria Serena Quercioli
Firenze

Campi, terremoto nel Pd: Emanuela Eboli si dimette dalla segreteria e assemblea metropolitana

La consigliera aderisce a Possibile di Civati: "E' la mia risposta a molte scelte del governo e della regione. Per Renzi è più facile trovare spazi di mediazione con Verdini che con Sel. Inaccettabile"

Emanuela Eboli

Campi Bisenzio, 2 giugno 2015 - Terremoto nel Partito democratico a Campi: Emanuela Eboli si è dimessa da tutti gli organi di partito di cui fa parte: segreteria, assemblea e direzione Pd di Campi; assemblea metropolitana e regionale, direzione metropolitana. In tre pagine la Eboli ha messo nero su bianco i motivi, indirizzandole al segretario di Campi Rosa Anna Lombardo, al capogruppo Pd Lorenzo Loiero, al segretario mtropolitano Fabio Incatasciato e al segretario regionale Dario Parrini.

Emanuela Eboli faceva parte della linea a sostegno di Pippo Civati, è entrata in consiglio comunale nelle file del Pd ed è un volto abbastanza nuovo della politica anche se ormai sono trascorsi due anni dall'inizio della nuova legislatura.

“I motivi – spiega la Eboli - sono principalmente legati alle difficoltà di rimanere in un partito che, con Renzi alla guida e i suoi fedelissimi nelle cariche politiche e amministrative del Paese, non vede a mio avviso più margini di dialogo per la costruzione di un percorso condiviso, anche col contributo della sua minoranza. La delusione per un Pd delle larghe intese è forte e l'entrata nel partito di alcune figure della destra italiana non può da molti di noi essere sostenuta. Per me che sono di Campi, inoltre, sentire che per il nostro segretario nazionale e presidente del consiglio è di gran lunga più facile trovare spazi di mediazione con Denis Verdini piuttosto che con la sua minoranza e Sel, mi pone nella condizione di insostenibile disagio nello spendere ancora il mio nome e il mio impegno per questo partito. E poi un elenco di altri motivi: dall'abolizione del ministero per le politiche di integrazione, al Job Act, all'Italicum alla Buona Scuola, fino allo Sblocca Italia... fino agli ostacoli verso il vero riconoscimento dei diritti civili e alla questione della Liguria... e in Toscana il Toscanellum, le candidature regionali, le scelte di aeroporto e inceneritore... della sanità e degli appalti per la pubblica istruzione. La mia storia politica è giovane e ancor più giovane la mia militanza nel Partito democratico".

Come nasce l'impegno politico della Eboli? "Sono arrivata al PD nel 2012 - prosegue la consigliera nella lettera di dimissioni - quando una corrente, sicuramente quella più a sinistra, si è fatta espressione e portavoce di temi che sento molto vicini ai miei: ambiente, diritti civili, politiche di interazione, cultura. Il mio impegno, sia come membro della segreteria che come consigliere comunale, è stato però fin da subito attivo, come fossi stata al fianco dei miei colleghi da sempre, perché io a questa avventura, a questo partito, ho voluto davvero credere e credere alla parola democrazia di cui si fa vanto il suo nome. Ho dato il mio tempo, le mie gioie e le mie delusioni... le mediazioni faticate, il dialogo critico, ma corretto sempre con tutti, dentro e fuori il Partito e con piacere questo mi è stato più volte riconosciuto; una peculiarità, la mia, che probabilmente avrebbe dovuto essere espressione dei più, in un Partito che si definisce democratico. La mia uscita dal PD quindi, se inevitabile, proprio in virtù dell'impegno speso è anche molto sofferta. E a renderla maggiormente difficile vi è l'aver incontrato e condiviso con belle persone questi due anni e mezzo di passione e dedizione. È per questo che vorrei che la mia scelta venisse interpretata simbolicamente come un messaggio di speranza, desiderio e volontà di poter fare e dare ancora di più. Questo pensiero è assunto da tutti quelli che hanno fatto il medesimo atto, civatiani e no, giovani e vecchi militanti. In tal senso chiedo che non si strumentalizzi la mia uscita in alcun modo, né da parte dei Partiti all'opposizione né, ancor di più, da parte del PD; ad esempio ricorrendo alla critica impropria, che in questi giorni mi è stata rivolta, che la mia scelta è una resa precoce o addirittura la riprova che la mia fedeltà al Partito fosse fragile e incerta. Ricordo, se fosse necessario, che il mio agire si unisce all'agire di chi il tempo per restare se lo è giocato tutto... davvero tutto. In Italia, in questi giorni, tante persone di valore, non solo di area civatiana, stanno abbandonando il PD, per la medesima insoddisfazione. La verità è che noi tutti crediamo che sia valsa la pena lottare all'interno del Partito Democratico... finché esso è stato tale. Abbiamo assistito a forzature costituzionali ineguagliabili, un Governo che ha legiferato a suon di decreti legge e che ha messo in difficoltà i suoi parlamentari col giochino della fiducia, togliendo loro il potere di offrire il personale contributo con emendamenti migliorativi della proposta. E allora a queste regole dalla logica “o con me o contro di me”, ad una sinistra che sbiadisce il suo colore, rispondiamo no... è troppo! E a chi ci ha messo nella dicotomia “o vuoi innovare come diciamo noi o sei un conservatore” rispondiamo che è POSSIBILE una strada diversa verso il nuovo, che parte dall'idea che non si debbano spacciare false rottamazioni per soluzioni innovative, ma occorre invece saper poggiare bene i piedi sulla propria storia per poter fare il salto più alto. Questo è il mio pensiero e la mia risposta a molte scelte di Governo e delle mia Regione; è il no, la mia posizione contraria agli impianti di incenerimento come anello importante e “innovativo” nella gestione dei rifiuti".

Non c'era altra scelta, prima delle dimissioni il giorno della festa della Repubblica? "La mia amarezza è oggi - conclude la Eboli - il ritenere di non aver potuto trovare soluzioni migliori a quella presa. Non ho mai fatto battaglie a titolo personale, non credo al valore e alla funzione sociale di un'azione che non sia condivisa, ritengo quindi inutile la mia presenza “solitaria” nella segreteria e nel gruppo del partito di maggioranza del mio Comune. Non penso però di aver buttato via, con la mia scelta, sacrifici e impegno e ritengo che molto ancora si possa fare e possa io fare, ovviamente se, in consiglio comunale, questa maggioranza me ne vorrà dare opportunità. All'amarezza segue però un senso di libertà, il pensiero che si possa andare avanti con la schiena dritta, fuori dal PD più che dentro, con la certezza che nel POSSIBILE ci sia ancora spazio per la mia e la nostra passione. Io voglio un partito che ascolti i suoi cittadini, che non segua le logiche di interesse e che abbia la competenza di contrapporre, a queste, proposte alternative concrete. Ho ancora l'opportunità di portare avanti e con convinzione il mio impegno, nel ruolo di consigliere di maggioranza del mio Comune e di lavorare per il bene della mia amministrazione e della mia comunità e a questa opportunità voglio donare il mio prossimo impegno. Ai compagni e amici che fanno la difficile scelta di restare, vanno la mia totale comprensione e il mio sincero affetto”.

Per il Partito democratico campigiano si apre una fase delicata anche se gli attriti erano cominciati già prima delle elezioni regionali.