REDAZIONE FIRENZE

'Firenze 2015', delegati delle diocesi a convegno per una Chiesa ospedale da campo

La prima assemblea dei delegati delle 18 diocesi toscane in preparazione del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale 'In Gesù Cristo il nuovo umanesimo', che si svolgerà a Firenze a novembre e vi prenderà parte Papa Francesco.

Il cardinale Giuseppe Betori, presidente dei vescovi toscani (Germogli)

Firenze, 14 giugno 2015 - Andare verso 'Firenze 2015', come una Chiesa ospedale da campo, che appassiona comunicando uno stile di vita, che incontra lo sguardo degli altri e ci parla. Gabriella Pennino, presidente dell'Azione cattolica di Firenze, intercetta come frontiera decisiva quella degli anziani, titolari di una fragilità speculare a quella dei più giovani (a Firenze ci sono 212 anziani ogni cento giovani: un rapporto che può diventare risorsa). Sono emersi aspetti di confronto importanti alla prima assemblea dei delegati delle 18 diocesi toscane, riunitasi sabato al Convitto della Calza, in preparazione del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale 'In Gesù Cristo il nuovo umanesimo'. La grande assise si svolgerà a Firenze dal 9 al 13 novembre prossimi e vi prenderà parte Papa Francesco.

Negli interventi si è sentita la ricezione del ministero di Bergoglio e degli strumenti di lettura forniti dalla sua esortazione apostolica 'Evangelii Gaudium', come anche della 'Traccia', il testo di riferimento che è stato adottato sulle cinque vie: uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare. L'icona di riferimento è quella del buon samaritano che si china sulle ferite perché ha il gusto della vita, cosa che l'altro volto del “digital divide” ha fatto un po' smarrire: il “gap” è che si è forse più connessi ma anche parecchio soli e autocentrati, fino a diventare insensibili. Perciò il benedettino olivetano Padre Bernardo Gianni, svolgendo la relazione iniziale, considera come sia una testimonianza importante la Chiesa che dà appuntamento a se stessa per uscire da sé e che ha chiara la prospettiva di far tornare a credere nell'uomo oltre che in Dio. Si tratta di avviare processi, ha detto il cardinale Giuseppe Betori richiamandosi “all'esemplare chiarezza di dottrina di Papa Francesco”, perché il tempo è superiore allo spazio, alle piccole geografie di un presente chiuso in se stesso. Una prima risposta è aprire il cuore verso le periferie. Il cardinale, che ha aperto i lavori in qualità di presidente della Conferenza episcopale toscana oltre che di arcivescovo della diocesi ospitante, considera come si siano “atteggiamenti” giusti per entrare bene dentro ai contenuti del Convegno ecclesiale. Il primo è “prendere consapevolezza del cambiamento culturale e sociale in atto nella nostra società. Siamo ad una svolta nel cambiamento stesso e della modernità. Cambiamento che non possiamo rifiutare esorcizzandolo. Dobbiamo starci dentro e trasformarlo in opportunità”. Il linguaggio da usare “è quello della testimonianza cercando di entrare in relazione con gli altri, instaurando legami fraterni. L'ultimo atteggiamento ci arriva dalla vera novità di Papa Francesco che fatica ad emergere anche nel nostro confronto pastorale, ovvero il principio per cui il tempo è superiore allo spazio. Occorre avviare dei processi non occupare degli spazi. Questo é un atteggiamento difficile da assumere perché significa essere in conversione permanente”.

Donatella Pagliacci, della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, ha sottolineato tra l'altro il ruolo della comunicazione come mezzo e non come fine. Ma la comunicazione è cogliere la vita degli altri perché vi siano “sguardi accolti”. La diocesi porta con sé la domanda e la forza di dialogo, con esperienze maturate negli anni, come quella di 'Rondine, città della pace'. Per Gabriella Pennino (diocesi di Firenze) la testimonianza prima che un'azione di convincimento intellettuale, è un incontro. Il convegno di Firenze, per don Cristiano D'Angelo, della diocesi di Pistoia, deve essere coniugato con l'anno della Misericordia che invita alla sensibilità e a uno stile di Chiesa. Mirco Santiccioli, della diocesi di Grosseto, cita un consiglio di San Francesco: “Predicate il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole”.

Per Guglielmo, della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, bisogna misurarsi con “i deficit dell'umano” e con gli attacchi condotti, anche attraverso le teorie del gender, contro chi testimonia la famiglia. Giulio Conticelli, della diocesi di Firenze, ha chiesto di “coniugare l'umanesimo con il vissuto quotidiano dell'uomo e della donna della strada e di coinvolgere le strutture secolari con spirito galileiano”. “Per noi Chiese toscane - ha concluso Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia e segretario della Cet - Conferenza episcopale toscana - la sfida è di prendere spunto dal Convegno per un cammino sempre più comune e condiviso e di un'esplosione della fantasia della carità”.

Michele Brancale