La nostra esclusiva: dentro la casa di Ashley

Ecco dove è stata uccisa la ragazza americana

Un’immagine di Ashley Olsen con il suo inseparabile cane beagle, Scout

Un’immagine di Ashley Olsen con il suo inseparabile cane beagle, Scout

Firenze, 28 gennaio 2016  SUL DIVANO, appoggiato al muro, c’è il suo corpo senza vita e senza vestiti, ad eccezione dei calzini. In mezzo alla stanza, ci sono la collanina con la mano di Fatima che portava solitamente al collo, un cavo usb, i pezzi di una sedia in legno, infranta da un calcio. Ci sono anche i bisogni del cane Scout, rimasto chiuso per un giorno e mezzo in casa, a fianco della sua padrona, l’americana Ashley Olsen.

C’è tanto disordine nel monolocale di via Santa Monaca, dove la donna viveva da qualche mese: ci sono vestiti gettati alla rinfusa, indumenti sporchi di feci. Un paio di mutandine, sono incastrate sotto alla ripida scala che porta al soppalco. Anche il letto è imbrattato, così come il muro, in alcuni punti. Il vetro della porta del ripostiglio è frantumato.

Poi ci sono dettagli che possono sembrare insignificanti per l’inchiesta, ma che raccontano tanto della vita di Ashley. C’è il suo skateboard, ritto vicino all’ingresso. Ci sono i suoi due cappelli di paglia, appesi e pronti ad essere indossati, anche solo per un selfie. Ci sono i caricabatterie attaccati alla presa, ma non i suoi telefoni e l’inseparabile iPad. C’è il trasportino del beagle, con cui ha volato dall’America: sopra, l’etichetta aeroportuale “animali vivi”.

Ci sono i resti della cena condivisa, il suo ultimo giovedì (era il 7 gennaio) con l’amica, l’inglese Jade. Ci sono i bicchieri, di vetro e di plastica, con cui probabilmente ha bevuto anche al mattino, in compagnia di Cheik. C’è un pacchetto di Camel, le sigarette fumate dal senegalese (fumerà una Camel anche in questura, consegnando ai poliziotti della omicidi lo stesso dna rilevato nell’appartamento) e c’è un profilattico nel water del piccolo bagno, a sinistra guardando la porta d’ingresso.

E’ questa la scena che gli uomini della polizia scientifica hanno cristallizzato al loro ingresso nel piccolo appartamento. Ma questa scena è, come si dice in gergo tecnico, inquinata.

Fiorentini ha fatto mettere a verbale che il corpo di Ashley era steso a pancia in giù, sul letto nel soppalco. «L’ho girata immediatamente a pancia in su ed ho cominciato a praticarle delle manovre di soccorso premendo sul petto all’altezza del cuore e facendole la respirazione bocca a bocca».

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