8 maggio, giornata mondiale della Croce Rossa. Ecco come è nata

Oggi è anche la Giornata sul tumore ovarico, il ‘big Killer’ delle neoplasie. E nasce una figura per aiutare i caregiver

Volontari della Croce Rossa (foto Ansa)

Volontari della Croce Rossa (foto Ansa)

Firenze, 8 maggio 2024 - Prendersi cura della salute di tutti, ogni volta che è necessario, in qualsiasi parte del mondo, tutti i giorni dell'anno, 24 ore su 24. È la missione preziosa della Croce Rossa, nata in modo curioso: per reagire a una carneficina. Era il 24 giugno 1859 quando a Solferino si consumò una delle battaglie più cruente e sanguinose della seconda guerra di Indipendenza italiana. L’esercito sardo piemontese si scontrò contro quello francese e austriaco: fu una carneficina. Jean Henry Dunant – poi premio Nobel per la Pace . rimase profondamente segnato alla vista dei morti e soprattutto dei tantissimi feriti bisognosi di cure che chiedevano aiuto. Fu allora che ebbe l’idea di fondare un corpo di assistenza fatto di volontari – la Croce Rossa appunto - che si prendesse cura di tutti coloro avevano bisogno di cure, senza distinzione di casacca o nazionalità. Col tempo la Croce Rossa è diventata l’associazione di volontariato più grande e diffusa nel mondo. Da ieri a oggi: ogni volta che, nel mondo, le persone vedono un volontario con questa divisa, sentono nascere la speranza, anche nei momenti di difficoltà. Oggi è anche la Giornata mondiale dedicata alla conoscenza e alla prevenzione del tumore ovarico, la neoplasia ginecologica meno frequente ma che rappresenta il «big Killer» delle neoplasie ginecologiche per aggressività. È il settimo tumore al mondo per numero di casi e l'ottavo per mortalità: colpisce ogni anno nel mondo 314mila donne e causa la morte di oltre 200 mila. Il numero di casi è in crescita da anni: si stima che, senza interventi, nel 2040 le nuove diagnosi annui saliranno del 42% (445 mila) e i decessi del 50% (313 mila). In Italia nel 2020 sono stati registrati poco più di 5 mila casi e di 3 mila decessi. La giornata di oggi invita anche a una riflessione che riguarda tutti i malati oncologici e i caregiver: prendersi cura di loro è una sfida impegnativa che necessita di un supporto professionale: da questa esigenza nasce la figura del cancer coach. Sostegno emotivo, gestione dello stress e comunicazione aperta. Sono questi i 3 elementi fondamentali per poter stare a fianco di un malato oncologico e dare un contributo nel suo percorso di cura. Affrontare il tumore, infatti, è una sfida impegnativa, non solo per i pazienti ma anche per i loro caregiver. Secondo un’indagine di Eikon Strategic Consulting, l’84% dei caregiver di persone malate di tumore sviluppa alti livelli di disagio psicologico e più del 50% soffre di depressione o burnout. Il coaching oncologico emerge quindi come una risorsa cruciale per fornire supporto psicologico ed emotivo ai caregiver, consentendo loro di poter esercitare il loro ruolo di supporto nel modo più proficuo. In questo contesto OncoPrecision, il portale di riferimento dell’Oncologia di Precisione, ha inserito la figura del cancer coach all’interno della propria piattaforma, con l’obiettivo di offrire ai pazienti e ai loro familiari o amici l’accesso a tutti i tipi di supporto di cui necessitano: da quello clinico a quello psicologico. “La cura del tumore è un percorso molto delicato, che non riguarda esclusivamente aspetti clinici, ma ha una forte componente emotiva - ricorda Sergio Del Bianco, oncologo e direttore scientifico di OncoPrecision -. Per questo OncoPrecision ha costruito un percorso che supporta i pazienti a 360°, coinvolgendo sia medici sia persone che si occupano delle terapie di supporto, come l’alimentazione e l’appoggio emozionale. In questo contesto si inserisce una figura centrale come quella del Cancer Coach, a fianco del caregiver nello sviluppo di competenze di comunicazione e di empatia”. Nasce oggi Harry S. Truman nato l’8 maggio del 1884 a Lamar, Missouri. È stato il 33esimo presidente degli Stati Uniti d'America. Fu lui a creare nel gennaio 1946 il Central Intelligence Group (Cig), diventato l'anno dopo la Cia, arma politico-militare durante la guerra fredda. Ha detto: “Non si mette una volpe a sorvegliare i polli solo perché ha un sacco d’esperienza in fatto di pollai”. Maurizio Costanzo 

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