
Andrea Fulignati, 31 anni, di Montelupo Fiorentino, ex Cremonese, è tornato a vestire la maglia azzurra
di Simone Cioni EMPOLI Dalla Maratona tra gli ultras alla difesa della porta dell’Empoli in quello stesso Carlo Castellani. È la parabola di Andrea Fulignati, portiere di Montelupo residente all’Erta, che dopo sei anni torna a vestire quella maglia azzurra che tifava da piccolo. "Andavo sempre allo stadio con mio padre in Maratona Superiore – confessa Fulignati –, poi crescendo e venendo a scuola a Empoli avevo un sacco di amici che andavano in Maratona Inferiore, così anch’io sopra non ci riuscivo più a stare e ho iniziato ad andare giù finché a 17 anni non sono partito per Palermo. Tuttavia, appena possibile tornavo sempre allo stadio". Alla soglia dei 31 anni, Fulignati ha dovuto rinunciare alla Serie A che si era guadagnato sul campo con la Cremonese, maper lui Empoli è tutto fuorché un passo indietro. "La mia volontà chiaramente era quella di rimanere e giocarmi le mie carte, ma come ho sempre detto qualora ci fosse stata una scelta diversa da parte della società non avrei serbato rancore – racconta –. Una volta che poi si è manifestata la possibilità di venire a Empoli non vedevo l’ora, qui sono a casa e rispetto alla precedente esperienza ora sento di essere nel posto giusto al momento giusto". Reattivo ed esplosivo tra i pali, nella prima uscita contro il Sassuolo ha impressionato anche per la dimestichezza con i piedi. "Ho sempre avuto queste caratteristiche, poi come è successo a Catanzaro, devi trovare l’allenatore giusto e la disponibilità della squadra per metterle in mostra – ammette –. Per il resto cercherò di portare la mia esperienza, soprattutto delle ultime due stagioni di Serie B, dove l’Empoli manca da cinque anni". Campionato cadetto a cui proprio Fulignati condannò l’Empoli nel 2016 con il suo Palermo, che già retrocesso batte 2-1 gli azzurri all’ultima giornata. "È un debito da saldare? Sicuramente, ma bisogna arrivarci piano piano – sorride –. La società ha deciso di riparte da zero, per ora ci sono tantissimi giovani, tutti forti e con la cultura del lavorare, marchio di fabbrica dell’Empoli. La Serie B però è un campionato insidioso, quindi ci dovrà avere massima attenzione. Dovremo essere bravi a rimanere più tranquilli possibile per riuscire a tira fuori anche la spensieratezza che possono avere i giovani. Poi vedremo piano piano quello che saremo in grado di fare, ma creare troppe aspettative rischia di essere un’arma a doppio taglio". Il portiere azzurro torna poi sull’ultimo test col Sassuolo. "Abbiamo fatto un’ottima fase di non possesso – conclude –. Il mister aveva chiesto di non perdere i duelli e di farsi sentire perché il contatto è importante con le partite ufficiali che si avvicinano. Anche nella parte finale quando ci siamo difesi più bassi siamo stati ordinati, ci è mancata un po’ la fase di possesso ma loro ci chiudevano bene le nostri fonti di gioco e noi non siamo stati bravi a trovarne altre, altro aspetto per cui ci vorrà un altro po’ di tempo".
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