REDAZIONE EMPOLI

Visitatori e mostre: l’indotto è oro "Ma il territorio punti sulle icone"

L’analisi sul “modello Val d’Orcia“: così è passata da zero a mito. "Quell’esperienza è replicabile anche qui"

Cosa accadrebbe se si potesse quantificare il valore in termini di sviluppo economico e sociale del territorio della presenza di un circuito di mostre d’ arte ’grandi firme’? E se si potesse stimare quanto conta nella percezione del visitatore-turista l’abbinamento di un borgo o di un museo ’minore’ con un’ icona indiscussa come gli Uffizi? Sul fatto che il progetto che li vuole ’diffusi’ abbia un potenziale fuori del comune per l’Empolese Valdelsa, terra ricca di per sé di borghi e musei-gioiello, non ci sono dubbi. Tradurre in percentuali e numeri questa premessa, però, sembra un compito improbo.

A meno che non ci si serva dell’esperienza fatta altrove. Magari in un’area che fino agli anni Novanta era considerata il buen retiro di pochi fortunati e oggi è la meta di chiunque pianifichi un viaggio in Toscana. Si intitola non a caso “Valore Val d’Orcia - Il fenomeno del paesaggio italiano più iconico al mondo“ il saggio dei giornalisti Lorenzo Benocci e Cristiano Pellegrini (fresco di stampa per Primamediaeditore) che analizza come un concetto intangibile quale l’importanza del paesaggio, appunto, possa essere tradotto in numeri e percentuali capaci di guidare scelte amministrative e imprenditoriali.

Nel saggio, viene analizzato ciò che ha contribuito a fare delle colline attorno a Pienza e San Quirico le più ricercate dal turismo internazionale e la conclusione a cui si giunge è che il ’modello Val d’Orcia’ e replicabile, purché si punti a una forte caratterizzazione, anche e soprattutto con l’uso di icone. "L’arte, le icone del territorio sono potenti attrattori – racconta Lorenzo Benocci – La cappella di Vitaleta a San Quirico o la casa nel film ’Il Gladiatore’ a Pienza. A vent’anni dall’uscita, i turisti continuano a venire solo per fotografarla". Fondamentali, le analisi fatte dai docenti coinvolti nello studio. "Il professor Tiziano Tempesta dell’università di Padova – spiega ancora Benocci – è un economista e ha quantificato il valore in più di un territorio tenuto bene rispetto a uno che non lo è". E sono emersi risultati che fanno riflettere: per un turista, trovarsi in un paesaggio tradizionale ben conservato, vale il 38 per cento di quanto è disposto a spendere in un agriturismo; molto di più, quindi, che per servizi ritenuti importanti come la piscina che vale il 25% della spesa. Ma cosa serve per far funzionare il sistema? La risposta, dice ancora Benocci, è un po’ il senso del libro: "Abbiamo raccolto e lanciato messaggi che sono utili a chi vuole promuovere un territorio in modo funzionale. Anche agli amministratori locali e regionali, perché un territorio non deve essere ingessato, deve essere reso vivibile, salvaguardato, ma vivibile".

Francesca Cavini