
Vetrai al bivio fra storia e futuro Alderighi lascia il timone "Manca nuovo personale"
Tutti intorno allo stesso tavolo. Un centinaio di persone tra colleghi, amici, ex dipendenti e collaboratori per un tuffo nel passato provando a sognare un futuro. "Il vetro? Ce l’abbiamo nel dna. Non è solo un lavoro ma una passione". Al Circolo del Pozzale di Empoli ieri Alessandro Alderighi ha offerto la cena a chi lo ha supportato e sopportato in 50 anni di attività. "Insieme siamo riusciti a tenere in vita il vetro artistico empolese. Lascio il timone ma festeggio chi ha reso possibile, con me, tutto questo". L’azienda è sana, nonostante le difficoltà, e ieri si è fermata giusto il tempo di una cena per ricordare i tempi in cui "le vetrerie davano da mangiare a migliaia di persone". Alderighi, direttore generale della vetreria Lux, oggi Aton Luce srl, dopo 50 anni passa il testimone. "La Lux - dice l’imprenditore 70enne - nacque come vetreria operaia nel 1967 a Empoli e tutt’ora, anche se con altra denominazione, continua la sua attività nella zona industriale di Montelupo Fiorentino. Ci sono entrato da ragazzino, mio padre fu uno dei fondatori, e sono uscito il 31 maggio scorso. Ci ho messo tutto me stesso. E’ significativo ricordare il percorso che abbiamo fatto, una realtà che a oggi non esiste più".
L’ex Lux di fatto ha raccolto l’eredità delle circa 30 vetrerie artistiche dell’Empolese che negli anni hanno chiuso i battenti. Nata tra le mura dell’ex stabilimento Taddei a Empoli, lì è rimasta fino al ’72, per poi spostarsi in località La Torre a Montelupo nella vecchia vetreria Nardi, "la prima del territorio, dal 1712. Lì siamo rimasti fino al 2005 per poi trasferirci alle Pratella - racconta Alderighi - Il segreto per andare avanti così a lungo? Agire in prospettiva, pensare sempre al domani. In 50 anni di sbalzi d’umore il mercato ne ha avuti. L’avvento della robotica e l’innovazione tecnologica ci hanno permesso di sopravvivere. Il covid ha rappresentato un’opportunità, la vendita di candele artistiche è schizzata alle stelle, dall’Europa all’Australia. Sulle tavole di casa, in lockdown, era diventato prioritario riscaldare l’atmsofera e rendere gradevole l’ambiente domestico". Nel salutare la scena però, una nota dolente c’è e riguarda il ricambio di manodopera. "Nella proprietà di cui facevo parte è subentrata un’importante azienda estera che ha intenzione di investire, crescere. Il piano prevede nuove assunzioni (oggi i dipendenti sono 55): arriveremo a 100 unità in due anni. Il problema è reperirle, queste nuove risorse. Le agenzie - conclude Alderighi - ci aiutano a selezionare il personale, ma è complicato. Siamo speranzosi. Oggi non piangiamo sul vetro versato ma guardiamo avanti accettando nuove sfide".
Ylenia Cecchetti