Teatri, prove di sopravvivenza "Oggi decidiamo se alzare i prezzi"

Maria Cristina Giglioli: "Costi lievitati, il contraccolpo è grosso. Ma facciamo di tutto per tenere botta. E adesso si pensa già alla nuova stagione: "In termini di qualità è all’altezza delle precedenti"

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CASTELFIORENTINO

Se il cinema piange, anche il teatro di certo non se le passa bene. Gli impianti da mantenere attivi ed in funzione anche in estate, quando il sipario è calato da mesi, non incentivano il risparmio. Di conseguenza, bollette dolorose. "Da noi l’energia ha un peso consistente. Viene utilizzata moltissimo, e l’aumento in bolletta è già evidente". Lo conferma Maria Cristina Giglioli, presidente della Fondazione Teatro del Popolo di Castelfiorentino. L’ ultima bolletta rispetto allo scorso anno è triplicata. "Luglio è stato un periodo di inattività e non fa testo. Il grosso lo avremo da novembre in poi col riscaldamento acceso e l’attività a pieno regime. In un anno, diciamo, normale, come può esser stato il 2021 abbiamo speso intorno ai 25mila euro di energia. Se andiamo avanti così forse non ne basteranno 80mila".

Oggi è il giorno delle decisioni. C’è il consiglio d’amministrazione e si dovranno fare i conti anche con i fondi disposizione per far fronte alla stagione che verrà. "Quando siamo andati a definire gli spettacoli – dice Giglioli – ingaggiando compagnie su scala nazionale, ci siamo subito scontrati con l’aumento dei prezzi. Gli attori si spostano con i tir, hanno meno repliche da mettere in piedi. Ecco perchè i costi lievitano in modo significativo". Anche l’acquisto degli spettacoli, dunque, è un problema. "Teatri e cinema hanno subìto un grosso contraccolpo con il Covid, se ci sommiamo questa, la situazione non è rassicurante".

Il Teatro del Popolo non rischia la chiusura, questo va detto, ma se l’emergenza non rientra fare piani a lungo termine diventerà il vero show. "Nel consiglio di amministrazione di oggi approveremo la nuova stagione, qualitativamente all’altezza delle altre. Ma a parità di eventi in calendario, i costi sostenuti sono schizzati alle stelle. Cerchiamo di tenere botta per capire se le cose si ristabilizzeranno a breve termine. Sul fronte energia così non si va avanti. O si ferma il Paese, o arrivano sostegni. O la cultura muore".

Sono gli enti fondatori, in questo caso, a fare in modo che il Teatro sopravviva, "altrimenti una realtà così piccola – prosegue Giglioli – farebbe davvero fatica ad andare avanti".

L’allarme di cinema e teatri risuona in tutta Italia. Costi insostenibili e nuove stagioni potenzialmente a rischio. E a rischio sono anche centinaia e centinaia di posti di lavoro. La messa in scena degli spettacoli non è economicamente sostenibile. "Oggi ci troviamo a spendere anche il 25% in più su ogni spettacolo" conferma Enrico Falaschi del teatro Pacini di Fucecchio. Eppure i giorni di utilizzo di un teatro nell’arco di un anno sono inferiori rispetto al cinema. "Si parla, nel nostro caso – dice Falaschi – di 40, 50 giornate di apertura all’anno. Il pubblico a teatro continua a venire, e questa è la bella notizia. Non c’è stata una flessione rispetto al periodo pre pandemico. Ma una piccola revisione dei prezzi è probabile che venga fatta". Anche a Fucecchio si mettono le mani avanti: quest’anno le utenze si rischia di non sapere come pagarle. "E senza sprechi, s’intende". Ritrovarsi a fare spettacoli al lume di candela? Potrebbe essere romantico. E chissà, forse ancora più emozionante. "Se pensiamo ad un aumento del costo del biglietto? Ne parliamo oggi – conclude Giglioli– Potrebbe forse servirci a far fronte ad un anno particolare. Ma non può essere la regola.

Ci batteremo per mantenere inalterate le tariffe". Ma è questione di sopravvivenza.

Ylenia Cecchetti