“Su il sipario“. Storie di streghe e bambini eroi

Nuovo appuntamento con il teatro per famiglie. Esplorate alcune tematiche chiave dell’infanzia. .

“Su il sipario“. Storie di streghe e bambini eroi
“Su il sipario“. Storie di streghe e bambini eroi

CASTELFIORENTINO

A chiudere una settimana intensa di appuntamenti al Teatro del Popolo di Castelfiorentino è il nuovo spettacolo della rassegna pensata per i bambini e le loro famiglie "Su il sipario". Domani pomeriggio alle 17 toccherà alla compagnia teatrale Accademia PerdutaRomagna Teatri portare in scena "Streghe" di e con Consuelo Ghiretti e Francesca Grisenti, con scenografie di Donatello Galloni, pupazzi e decorazioni di Ilaria Comisso, musiche a cura di Claudio Poldo Parrino e costumi realizzati da Patrizia Caggiati. Le streghe sono donne comuni. Che non si direbbe mai che sono streghe. Perché si travestono. Per non sembrare ciò che sono. Per passare inosservate. E poter così, catturare un bambino. Le streghe odiano i bambini. Questa è una storia in cui l’impossibile accade. Un gioco tra una nonna e un bambino, che diventa realtà. C’è una nonna che si muove tra magia e verità. C’è un piccolo eroe che guarda al possibile e oltre, che cambia "ciò che è", e apre a un mondo nuovo. Uno spettacolo liberamente ispirato all’opera letteraria di Roald Dahl che attraverso il teatro di narrazione e quello di figura guarda all’impossibile, ed esplora alcune tematiche fondamentali dell’infanzia: l’incontro con le paure, il loro riconoscimento e la possibilità di superarle, di trovare soluzioni e farsi coraggio; ma anche la forza del fare, l’istinto del creare, il diventare grandi sapendosi trasformare, accettandosi e diventando, perché no, dei piccoli eroi. Con la semplicità di questo racconto la compagnia mira ad abbattere il confine tra ciò che esiste e non esiste, tra ciò che è vero e ciò che non lo è, aprendo al possibile. Alla possibilità dell’infanzia di spiccare grandi salti, una possibilità che si fa concreta laddove il terreno sotto i piedi è stabile e forte. Laddove a fianco del bambino l’adulto si pone come presenza attiva, rassicurante e stimolante, una presenza che contribuisce al costituirsi del fondamento identitario. Perché è così che ci si apre alla possibilità di vedere oltre quello che c’è, alla possibilità di adattarsi ai cambiamenti, di immaginarsi futuri sempre nuovi, alla possibilità di poter prendere in mano la propria vita con fiducia e coraggio.