BRUNO BERTI
Cronaca

Servizi pubblici, la Cgil mette le mani avanti

La nuova multiutility che gestirà acqua, gas e rifiuti deve mantenere "uno stretto legame con i territori. E rafforzare il ruolo degli enti locali"

di Bruno Berti

La partita della multiutility dei servizi pubblici ha sì come protagonisti gli enti locali e le forze politiche, segnatamente quelle di maggioranza, ma vede come spettatori interessati anche i sindacati, in quanto rappresentanti di quelle centinaia di dipendenti che ogni giorno assicurano a tutti noi la fornitura di beni essenziali, come l’acqua o l’energia, e di servizi analoghi come la raccolta dei rifiuti.

Nella discussione aperta sulla gestione dei servizi pubblici locali, la Filctem-Cgil, con il sindacalista Giuseppe Dentato e il segretario regionale Fabio Berni, ribadisce l’attenzione, "come sempre ha fatto, su eventuali percorsi di rafforzamento della governance pubblica e del ruolo pubblico, che siano orientati al mantenimento sul territorio toscano dei centri decisionali e strategici nonché di tutte le attività collegate. Riteniamo, infatti, che il radicamento e la prossimità territoriale delle attività e dei centri decisionali con i cittadini e le istituzioni, insieme al rafforzamento del ruolo degli enti locali nella proprietà e nella gestione, siano fondamentali in basilari servizi come acqua, gas, igiene ambientale e che, invece, un loro allontanamento dal territorio produca pesanti ricadute sia per i lavoratori che per le imprese toscane". Posizioni che la Filctem ha già espresso in una manifestazione pubblica quando, grazie alle scelte di alcuni Comuni (la vendita delle loro quote nell’azienda), la maggioranza di Toscana Energia passò al privato, con effetti anche per il personale. "Riteniamo – proseguono i dirigenti sindacali – che sia necessario porre rimedio a tali situazioni ed evitare che si ripetano in futuro, ponendo fine alla mancanza di una visione comune e strategica delle singole amministrazioni della Toscana e superando l’atavica difficoltà a collaborare".

E’ chiaro che i sindacalisti puntano ad avere voce in capitolo, visto che in gioco c’è anche un patrimonio pubblico costruito negli anni, decenni, che è divenuto una realtà imprenditoriale di rilievo. Il richiamo ai centri decisionali che non devono finire chissà dove ha anche questo valore. "Occorre partire dalla centralità del ruolo pubblico e da progetti industriali nei settori interessati che mettano al centro la qualità e la sostenibilità economica e ambientale dei servizi insieme alla tutela e alla valorizzazione dell’occupazione, diretta e indiretta, mantenendo un forte radicamento e uno stretto legame con i territori e le comunità".

Secondo Berni e Dentato, si parla di settori "centrali anche per un equilibrato e compatibile sviluppo sociale ed economico del territorio. Acqua e gas nella nostra regione rappresentano infatti circa 5.000 addetti diretti e altrettanti nell’indotto, quasi 500 milioni di euro di investimenti all’anno e oltre 2 miliardi di euro di fatturato".

Infine la Filctem-Cgil passa a richieste precise. "La discussione su questi argomenti non può realizzarsi passando sopra la testa delle lavoratrici e dei lavoratori. Per questo riteniamo di fondamentale importanza un pieno e pronto coinvolgimento dei sindacati, confederali e di categoria, da parte delle amministrazioni pubbliche interessate".