EMPOLESE VALDELSA
E’ un punto di riferimento, soprattutto nelle piccole realtà. Cura problemi di salute non urgenti, ma non differibili, evitando alle persone di finire al pronto soccorso. E’ la guardia medica, diventata sempre più rara, perché sempre meno laureati accettano il ruolo. Basti pensare al recente bando pubblico per l’affidamento di 134 posti da titolari a copertura dei quali sono pervenute soltanto due domande. Alla luce della penuria di professionisti, Loredana Lazzara (foto piccola), responsabile della gestione della guardia medica dell’Empolese Valdelsa e Valdarno Inferiore spiega come è stato organizzato il servizio.
Come si svolge la continuità assistenziale nell’ex Asl 11?
"L’organizzazione che avevamo dato prevedeva la suddivisione in sette sedi, che rispecchiano le attuale Aft (Aggregazioni funzionali territoriali, ovvero raggruppamenti di medici di medicina generale). Le sedi erano: Empoli, Montelupo, Fucecchio, Castelfiorentino, Certaldo, Santa Croce e San Miniato. Avevamo due medici di giorno su tutte le sedi, e tre a Empoli. Mentre di notte erano presenti due medici sulla sede empolese e uno su tutte le altre. Numericamente avevamo 5 titolari a Empoli e 4 per ogni altra sede; una trentina di medici complessivamente. In più, ogni mese, prendevamo anche 2 o 3 medici sostituti. Ma a causa dell’emergenza Covid e il pensionamento di molti medici di medicina generale, i posti di guardia medica si sono svuotati".
Cosa è successo?
"I servizi come le Usca o gli alberghi sanitari, hanno drenato molti giovani medici che si dedicavano alla continuità assistenziale. Chi faceva la guardia medica aveva iniziato l’attività di medico di famiglia e nel momento in cui ci sono stati i pensionamenti, i giovani hanno acquisito i pazienti dei vecchi professionisti e hanno lasciato la guardia medica".
Quanti posti sono rimasti vuoti? "A ora, non abbiamo più titolari a Fucecchio, Montelupo, Santa Croce, e qualcuno manca a Empoli".
L’azienda quali soluzioni ha trovato?
"Ogni mese viene fatto un bando, ma le adesioni sono molto basse: 2 o 3. A fronte della difficoltà nel reperire personale abbiamo avviato un percorso di accorpamento di alcune sedi, senza interrompere il servizio sul territorio".
Come è stato riorganizzato?
"Abbiamo la sede di Empoli che copre quelle di Montelupo e Fucecchio; San Miniato e Santa Croce si alternano, così come le sedi di Castelfiorentino e Certaldo, cercando di coprire i territori di Montaione, Montespertoli e Gambassi Terme. Tutti giorni viene garantito il turno notturno dalle 20 alle 8; il sabato, la domenica, nei festivi e prefestivi anche il turno diurno dalle 8 alle 20".
Cosa fa essere poco ‘appetibile’ il lavoro di guardia medica? "Forse il mandato riconoscimento di professionalità. In altri servizi, come le Usca, l’attività è più qualificante e il medico interagisce anche con altre figure".
Come si può cambiare rotta?
"Bisognerebbe cercare di avvicinare la guardia medica alla medicina generale, spostando l’attività nelle Aft e durante le ore diurne. Andrebbe riorganizzata tutta la continuità assistenziale. Quello che il cittadino, però, deve sapere è che l’azienda non vuole chiudere le sedi. La rimodulazione del servizio è legato alla diminuzione di medici e quelli che ci sono cerchiamo di sfruttarli nel miglior modo nell’arco giornata".
Irene Puccioni